Una similitudine

martedì 7 Novembre 2023

A metà dell’inverno Vrònskij trascorse una settimana molto noiosa. Venne addetto a un principe straniero arrivato a Pietroburgo, e dovette mostrargli le cose notevoli della città. Il principe godeva di una salute non comune anche tra i principi: e con la ginnastica e una buona cura del proprio corpo aveva acquistato un tale vigore che, nonostante gli eccessi ai quali si abbandonava nei divertimenti, era fresco come un grosso cetriolo olandese verde lucido.

[Lev Tolstoj, Anna Karenina, traduzione di Pietro Zveteremich, Milano, Garzanti 1981, p. 362]

Dostoevskij

lunedì 5 Settembre 2022

«Lei non è Dostoevskij» aveva detto la cittadina disorientata dal discorso di Korov’ev.
«E come fa a saperlo? Come fa a saperlo?» aveva risposto lui.
«Dostoevskij è morto» aveva detto la cittadina come se non ne fosse del tutto sicura.
«Protesto!» aveva esclamato Korov’ev con decisione «Dostoevskij è immortale!»

Michail Bulgakov

[Domani, 6 settembre, esce la mia traduzione di Memorie del sottosuolo per Garzanti]

Sottosuolo

lunedì 1 Agosto 2022


Io son poi da solo, e loro sono tutti.

[La mia traduzione di Memorie del sottosuolo esce il 9 settembre per Garzanti]

Una cosa magnifica

martedì 10 Maggio 2022

«Ormai è chiaro che ci sarà questa guerra contro Napoleone. Se fosse una guerra per la libertà, capirei, sarei il primo a prestar servizio nell’esercito; ma aiutare l’Inghilterra e l’Austria contro il più grande uomo che ci sia al mondo… no, è una cosa che non va.»
A questi discorsi infantili di Pierre il principe Andrej si limitò a stringersi nelle spalle, come per dire che a simili stupidaggini non si poteva rispondere; ma in effetti era difficile rispondere a quelle ingenue argomentazioni in modo diverso da come rispose il principe Andrej.
«Se tutti andassero in guerra solo in base alle proprie convinzioni, le guerre non ci sarebbero più,» disse.
«E sarebbe una cosa magnifica,» disse Pierre.
Il principe Andrej ebbe un risolino.
«Sì, forse sarebbe una cosa magnifica, ma non si arriverà mai».

[Lev Tolstoj, Guerra e pace, traduzione Pietro Zveteremich, Milano, Garzanti 2014, p. 37 (l’immagine è di Sergej Bondar)]

Cosa frena il progresso dell’umanità

martedì 28 Settembre 2021

«Guardate, cos’è dappertutto che frena il progresso dell’umanità: la donna!».

[Lev Tolstoj, La sonata a Kreutzer e altri racconti, trad. Laura Salmon, Milano, Garzanti 2019 (11), p. 37]

A cosa servono i comandamenti

lunedì 27 Settembre 2021

ma si sa che i comandamenti servono solo per rispondere all’esame del prete, che poi anche lì non servono molto, di gran lunga meno della regola sull’uso di ut nelle proposizioni condizionali.

[Lev Tolstoj, La sonata a Kreutzer e altri racconti, trad. Laura Salmon, Milano, Garzanti 2019 (11), p. 16]

Non assomigliano agli artisti italiani

sabato 26 Giugno 2021

«Uno strano fenomeno, non è vero? Un artista pietroburghese! Un artista nella terra delle nevi, un artista nel paese dei Finni, dove tutto è umido, piatto, uguale, gri-
gio, nebbioso. Questi artisti non assomigliano affatto agli artisti italiani, fieri e ardenti come l’Italia e il suo cielo; al contrario, si tratta per la maggior parte di gente buona e mite, timida, indolente».

[Garzanti ha pubblicato una nuova edizione della Prospettiva Nevskij, traduzione di Pietro Zveteremich, introduzione mia]

Ne parleremo ancora

lunedì 4 Gennaio 2021

C’era anche chi parlava in italiano, specialmente nel dopoguerra, ma ovunque sentivi la voce lombarda, con la sua ironia, con quei toni un po’ rauchi, anche nello straparlare italiano. Una lingua parlata da gente che, come ha scritto Delio Tessa, era «più attenta ai suoni che ai significati», una lingua che ti entrava dentro con i luoghi, con le facce delle persone, con la spinta morale che distingueva la città. Io, poi, abitavo in una zona di immigrati e tra noi si parlava italiano, ma il tono, la forma del dire e del sentire, tra noi bambini, erano già quelli del milanese. Ne parleremo ancora.

[Franco Loi, Da bambino il cielo. Autobiografia, Milano, Garzanti 2010, p. 77]

Chadži-Murat

giovedì 22 Ottobre 2020

Evidentemente sul cespuglio era passata la ruota di un carro, e solo dopo si era rialzato, e perciò era un po’ di traverso, tuttavia dritto. Come se gli avessero strappato una parte del corpo, rivoltato le interiora, staccato un braccio, cavato gli occhi. Ma lui stava dritto, e non si arrendeva all’uomo che, intorno a lui, aveva distrutto tutti i suoi fratelli.
“Che energia!” pensai. “L’uomo l’ha avuta vinta su tutto, ha distrutto milioni di piante, e questo ancora non si arrende.”

[In novembre esce per Garzanti la nuova edizione della mia traduzione di Chadži-Murat, di Lev Tolstoj]

Che energia

giovedì 3 Settembre 2020

Il cespuglio di ‘tartari’ era composto da tre getti. Uno era strappato e quel che restava del gambo spiccava come un braccio amputato. Gli altri due erano in fiore. Questi fiori erano stati rossi, adesso ormai eran neri. Evidentemente sul cespuglio era passata la ruota di un carro, e solo dopo si era rialzato, e perciò era un po’ di traverso, tuttavia dritto. Come se gli avessero strappato una parte del corpo, rivoltato le interiora, staccato un braccio, cavato gli occhi. Ma lui stava dritto, e non si arrendeva all’uomo che, intorno a lui, aveva distrutto tutti i suoi fratelli. “Che energia!” pensai. “L’uomo l’ha avuta vinta su tutto, ha distrutto milioni di piante, e questo ancora non si arrende.” E mi tornò in mente un’antica storia caucasica, che in parte ho vissuto, in parte ho sentito raccontare da testimoni oculari e in parte mi sono immaginato. Una storia così come si è formata nel mio ricordo e nella mia immaginazione, eccola qui.

[A novembre, per Garzanti, torna in libreria l’edizione di Chadži-Murat, di Tolstoj, che ho tradotto io (illustrazione di A. P. Safonov)]