13 novembre – Taneto di Gattatico (RE)
Mercoledì 13 novembre,
al circolo Arci fuori orario di
Taneto di Gattatico,
alle ore 21,
Mo mama,
c’è una cena prima che costa
12 euro,
ci si prenota qui:
Clic
Mercoledì 13 novembre,
al circolo Arci fuori orario di
Taneto di Gattatico,
alle ore 21,
Mo mama,
c’è una cena prima che costa
12 euro,
ci si prenota qui:
Clic
Un testo goffo e un po’ pretenzioso
discorso sui quotidiani
e sul Fatto quotidiano
pronunciato al Fuori orario
alla festa del fatto quotidiano
il 7 giugno del 2013 (inizio)
Buongiorno. Vi ringrazio per l’invito, anche se sono un po’ in imbarazzo per l’argomento perché io, dei quotidiani, e anche del fatto quotidiano, è un argomento, devo dire, che, praticamente, non ne so niente. Mi rendo conto che può sembrare una cosa strana, il fatto che uno fa un discorso su un argomento che non ne sa niente, e ancora più strano potrebbe sembrare il fatto che l’argomento, per questo discorso, non è che me l’ha dato qualcuno, l’ho scelto io. Cioè qualcuno potrebbe chiedersi perché scelgo di fare un discorso su un argomento che non ne so niente. Eh, per via che io, una cosa che mi piace moltissimo, è il niente; cioè io non ascolto molta musica, ma uno dei miei pezzi musicali preferiti è un pezzo di un compositore americano che si chiama John Cage che si intitola 4’ 33” e sono quattro minuti e trentatré secondi di silenzio; a me mi piace talmente, questa cosa qua, il niente, quando non c’è niente da dire, o quando non si sa cosa dire, o quando non si sa cosa fare, o quando non si vede niente, o quando non si capisce niente, o quando non si sente niente, o quando non si riesce a dormire, o quando non si vuole mangiare: le astensioni di tutti i tipi, le scene mute, le fotografie senza pellicola, le macchine che restano senza benzina, i sans papier, i sanculotti, i frigo vuoti, i film muti, i buchi neri, la menopausa, le notti in bianco, quando si cerca in tutte le tasche e non c’è neanche una sigaretta; i digiuni, gli anestetici, gli astemi, gli anoressici, gli scioperi; le pianure, le steppe, i deserti, la siccità, la crisi energetica, i black out, gli annulli filatelici, le amnesie, la crescita zero, le tinte unite. La calvizie, la sterilità, il celibato e il nubilato, l’inappetenza e l’incontinenza, il buio, il silenzio, il niente, il nulla, a me mi piace talmente che una volta ho organizzato un convengo, sul niente, 6 ore di conversazione sul niente con dodici relatori e il convegno inspiegabilmente ha anche avuto un discreto successo tanto che l’abbiamo rifatto due volte, una volta a Ravenna una volta a Bologna e l’ultima volta, a Bologna, uno dei relatori era un editore di Faenza che ci ha raccontato che da giovane era innamorato di una ragazza che l’aveva iniziato alla pratica politica di estrema sinistra e l’aveva costretto, in un certo senso, a leggere Marx, Lenin, Mao, e dopo un po’ questa ragazza l’aveva lasciato e si era sposata, con un portiere (di calcio) democristiano e aveva fatto 3 figli nel giro di pochissimi anni. Questa vicenda, ci ha raccontato questo editore, ha generato l’idea di un libro che è diventato il suo bestseller, della sua casa editrice, libro che si intitola Tutto quello che gli uomini sanno delle donne, ed è un libretto di un centinaio di pagine tutte bianche, che ha venduto più di centomila copie, appena uscito la CGIL di Milano, da sola, ne ha ordinate 8.000 copie, che lo regalava ai suoi associati, e anch’io, all’epoca, sarà stato il 1990, l’avevo trovato sul bancone della Feltrinelli di Parma e l’avevo comprato, e quell’editore di Faenza, però, dopo un po’ si era stancato di farlo. Gli sembrava poco serio vendere tante copie di un libro su cui non c’era scritto niente e venderne meno di libri su chi c’erano scritte delle parole che a lui piacevano molto ma a me, devo dire, quel libro lì a me continua a sembrarmi un libro bellissimo, e, per venire al tema del nostro discorso, se devo pensare a un quotidiano ideale, per me un quotidiano con tutte le pagine bianche devo dire mi piacerebbe moltissimo, che uno può scriverci quello che vuole, io sarei disposto anche a comprarlo, non tutti i giorni, probabilmente, ma avere davanti della carta bianca, esser di fronte a questo nulla a me sembrerebbe un modo bellissimo di cominciar la giornata, che meraviglia, sarebbe, e è una di quelle cose che a me vien da pensare che son così belle che non succederanno mai, mi vien da dire, e con questo avrei detto tutto quel che avevo da dire dei quotidiani e del fatto quotidiano però devo parlare venti minuti, non siam neanche a tre, allora dirò qualcosa non come esperto di quotidiani, né come lettore di quotidiani ma come scrittore, su quotidiani, e in particolare voglio parlare di tre esperienze, quella con la Gazzetta di Parma, quella con Repubblica, e quella con il fatto Quotidiano, che sono tre dei quotidiani coi quali ho collaborato ce ne sono anche altri che sono Il manifesto, Libero, il foglio, il Corriere della sera e il sole 24 ore se dovessi parlare di tutti altro che diciassette minuti, ci vorrebbero delle ore.
Venerdì 7 giugno,
al circolo Arci Fuori Orario,
a Taneto di Gattatico (RE),
dentro la festa del Fatto quotidiano,
alle 20 e 30,
leggo un breve discorso sui quotidiani
e sul fatto quotidiano
(dura 20 minuti)
Dopo stasera, su rai 3, verso le 23 e 20 circa, dopo la fine di un programma televisivo che si chiama Ballarò, c’è un programma televisivo che si chiama Volo in diretta che quest’anno collaboro anch’io che ho scritto (e letto) una cosa che non ha titolo e riguarda Parma, il sindaco di Parma, il parmigiano, il prosciutto di Parma, la Gazzetta di Parma, l’inceneritore di Parma e un circolo Arci che c’è in provincia di Reggio.
E un pezzetto del discorso di ieri Clic
Mercoledì 22 febbraio,
al Fuori Orario,
di Taneto di Gattatico,
alle 21 e 30,
Si chiama Francesca, questo romanzo
e altri 10 romanzi con Learco Ferrari,
con Carlo Boccadoro al pianoforte
(si entra con tessera Arci),
chi vuol venire anche a cena,
alle 20 e 30,
si può prenotare qua
Vorrei fare una domanda
discorso su Parma
pronunciato al fuori orario
di Taneto di Gattatico
il 5 ottobre del 2011
in occasione di una serata
intitolata
Ma a Parma, cosa succede?
Buonasera. Si sente se parlo così? Grazie. Buonasera. No io volevo dire che ho chiesto di parlare per primo e non di parlare, in realtà, ma di leggere una cosa scritta perché l’argomento di cui parliamo stasera è un argomento che io, in un certo senso ne so poco, in un altro senso ne so troppo.
Cioè io, anche se sono di Parma, io ormai da quasi dodici anni abito a Bologna, son andato via nel ’99 poi per un anno son tornato a Parma proprio nel 2007 quando ci son state le ultime elezioni che è stato eletto un sindaco che si chiama Pietro Vignali che, tra le altre cose che ha fatto in questi anni, la cosa più recente che ha fatto è stato dimettersi mercoledì scorso; allora, quella cosa lì delle dimissioni, va bene, la so, ma le altre cose che ha fatto Pietro Vignali, prima come assessore poi come sindaco, a parte un periodo breve del 2007 che ero tornato a stare a Parma che lì ci ho tenuto dietro, gli altri undici anni, quello che ha fatto, probabilmente tutti quelli che sono qua dentro lo sanno meglio di me, e questo è il motivo che ne so poco. Continua a leggere »
Mercoledì 5 ottobre,
al Fuori Orario,
di Taneto di Gattatico
c’è un incontro che si intitola
Ma a Parma, cosa succede?
Con Maurizio Chierici,
Gigi Dall’Aglio,
e io.
Preceduto da una cena.
Ci si prenota qua
La cena, se non sbaglio,
costa 12 euro,
comincia alle 20 e 30,
la discussione comincia alle 21 e 30,
chi non vuol venire a cena può
venire anche dopo
entra senza pagare niente
con la tessera Arci.
Allora io, Parma, come dicevo, sono andato via dodici anni fa nel 1999 sono andato a stare a Bologna e quando sono andato via a me non sembrava vero, che dopo una settimana sarei andato a stare a Bologna non avrei abitato più a Parma.
Che io era da quando ero nato che se non ero all’estero ero a Parma. A Parma o in provincia di Parma. Io era una vita che fin da piccolo in casa al mattino si trovava la Gazzetta di Parma, che si leggeva la cronaca della città, la città di Parma, si sapeva tutto quello che era successo in città, a Parma.
Io non lo so, come farò, che sono abituato vedermi intorno tutte queste cose di Parma, pensavo dodici anni fa quando stavo per andar via da Parma. Per dire, al mattino, di solito, io faccio colazione con il prosciutto di Parma. Secondo me mi mancheranno, pensavo, queste cose di Parma. Il prosciutto di Parma, il formaggio di Parma, il parmigiano.
Tutta la stampa di Parma, la Gazzetta di Parma, il Giornale di Parma, il Corriere di Parma, la Tribuna di Parma. La Tribuna non l’ho mai letta, pensavo, non ha fatto in tempo ad aprire, è fallita subito immediatamente. E Tv Parma, pensavo, si vedrà a Bologna? E Radio Parma ci arriva, col ripetitore? Radio Parma mi mancherà, pensavo, Radio Parma.
Una volta su Radio Parma ho sentito un servizio dicevano che avevan scoperto dei documenti antichissimi che dimostravano che l’università più antica del mondo non era, come si credeva erroneamente fino ad allora, Bologna o Parigi, no, era Parma. Mi mancherà, questa città.
Magari ogni tanto ci torno. Magari vengo a vedere una mostra. Che qui a Parma fan sempre delle mostre bellissime. Parma e il neoclassicismo. Parma e la rivoluzione francese. Parma e il liberty. Il futurismo a Parma, pensavo dodici anni fa prima di andare a stare a Bologna e questa idea qua, che quelli di Parma concepiscano un universo, non so come dire, Parmocentrico, è un’idea che è abbastanza diffusa, nel mondo, e devo dire che noi di Parma in questi ultimi anni abbiam fatto abbastanza per farlo diffondere ancora di più.
[Parte del discorso da fare la prossima settimana (il 5 ottobre) al fuori orario]