Qualche giorno fa
Qualche giorno fa avevo scritto, qui, che smettevo di fumare. Infatti ho smesso. Solo che poi ho ricominciato. Solo che qui non l’ho scritto. Allora volevo scrivere, qui, che ho ricominciato a fumare.
Qualche giorno fa avevo scritto, qui, che smettevo di fumare. Infatti ho smesso. Solo che poi ho ricominciato. Solo che qui non l’ho scritto. Allora volevo scrivere, qui, che ho ricominciato a fumare.
Tempo fa ho scritto, qui sopra, che avevo smesso di fumare.
Poi ho ricominciato e non ho scritto, qui sopra, che avevo ricominciato a fumare.
Allora volevo scrivere che ho ricominciato a fumare.
Un mio amico, gli ho telefonato per avere dei consigli su come scrivere il discorso sulla razza, lui è un gran lettore di filosofia e un gran fumatore, e mi ha detto una cosa che mi dice sempre quando parliamo di questi argomenti, che I nazisti sono stati i primi a vietare il fumo nei locali pubblici.
Non fumare è più difficile, di fumare.
A questo punto.
Però ci sono stati dei giorni, e degli anni, per esempio il 1968, che avevo 5 anni, che fumare sarebbe stato più difficile.
Per esempio.
Allora, sono sedici ore che non fumo. Un po’ di mal di stomaco, un po’ di raffreddore che si è liberato, nessun attacco grave, un po’ di sonno in più. Nessuna idea. Ho spento anche la radio. Così le gambe non si muovono da sole. Che se le gambe ti si muovono da sole, a partire dal mattino, una cosa importante, come il destino, viene trattata in un modo orribile.
Domani notte, a mezzanotte, mi dispiace, smetto di fumare.
Mi dispiace per il mio tabaccaio, che è così gentile, oggi mi ha anche regalato una radiolina portatile, della Western Union, che secondo me non funziona, però è stato un bel gesto, toccante, e inaspettato.
Mi dispiace per un mio amico, che quando non fumo gli dispiace, e quando poi ricomincio mi guarda fumare con un gusto, come se fumava lui.
Mi dispiace per il nervoso che avrò addosso i primi venti giorni, e forse anche dopo.
Mi dispiace perché per un po’ mi sentirò in diritto di fare delle prediche, a destra e sinistra, ne risentirà il mio gatto, soprattutto, che è l’essere vivente che vedo più spesso, poveretto.