Il mio amico Franco Bassi

giovedì 7 Luglio 2011

Su quello che succede a Parma, clic.

Le mele marce

giovedì 3 Marzo 2011

Ieri sera, al Fuori Orario, prima di andare sul palco ho detto a Franco Bassi che, secondo me, lui, un concerto come quello dei Bogoncelli, non lo aveva mai visto. Lui mi ha detto che c’era anche il caso, e che una delle cose che gli è rimasta più impressa, in questi 18 anni di concerti, al Fuori Orario, è stato il concerto di un gruppo punk di Reggio Emilia che si chiamavano Le mele marce, che, appena saliti sul palco, hanno detto, la prima cosa E poi che vada affanculo anche il Fuori orario che non ci danno neanche le birre. E allora lui, Franco Bassi, ha detto al fonico di spegnere tutto e loro il concerto non l’han fatto. Cioè in un certo senso, il loro concerto, delle Mele marce, è consistito in quella frase lì: E poi che vada affanculo anche il Fuori orario che non ci danno neanche le birre. Ed è stato un concerto memorabile, diceva iera sera Franco Bassi.

Franco vuol diventare segretario del PD

giovedì 1 Luglio 2010

franco-bassi

Sono trent’anni che facciamo discussioni laceranti in sezione per cambiare da così a colà eppoi ci ritroviamo ancora D’Alema, sempre più intelligente…, che suggerisce a Bersani, dopo aver consultato Violante ed essere andato a cena con Letta, cosa bisogna fare per riuscire a prenderlo nel culo anche la prossima volta.

[Il resto si legge qui]

Delle sedie

lunedì 24 Maggio 2010

images-2

Franco Bassi mi ha chiesto di scrivere qui che, per la festa di chiusura del Fuori orario di Taneto di Gattatico, come ogni anno ha chiesto al Partito Democratico delle sedie, e che quest’anno gliele han date blu.
Franco Bassi mi ha chiesto di scriverlo e io l’ho scritto.

L’altroieri sera

domenica 15 Marzo 2009

L’altroieri sera, al Fuori orario, su richiesta del, non so come dire, padrone di casa, Franco Bassi, Mirco Ghirardini ha aperto il concerto della cover band di Vasco Rossi che suonava lì l’altroieri sera. È andato su e davanti a, quanti saran stati, cinquecento ragazzi, con il suo clarinetto ha fatto tutto Battagliero dall’inizio alla fine. Alla fine, quando è sceso, m’ha detto che due ragazze l’han fermato gli han detto Oh, complimenti.

Fuori orario (2)

mercoledì 12 Novembre 2008

Il Fuori orario, io quando ci sono andato, mi immaginavo chissà che cosa, è il circolo Arci più grande d’Italia, credo, ci fan delle trasmissioni televisive, ci fan dei grandi concerti da più di dieci anni.
Cioè io per me, il Fuori orario, nella mia testa in Emilia era l’equivalente di quello che è il Billionaire in Sardegna, e io dovere conoscere uno dei fondatori non so come mai mi immaginavo di andare a cena insieme a Briatore.
Invece sono andato a cena insieme a Franco Bassi, che a guardarlo sembra una persona normale, con un lavoro normale, che al Fuori orario ci va solo di sera e quando ha tempo e che e passa le sue ferie a dare una mano a costruirne degli altri pezzi (in quel posto lì tutti gli anni ne aggiungono un pezzo) e che tra una cosa e l’altra ha trovato anche il tempo di scrivere un libro che a me è piaciuto molto dove racconta i dieci anni di vita del Fuori orario, che è una vita che è cominciata in un modo stranissimo.
Perché loro, Franco Bassi e gli altri ragazzi giovani di Taneto, i loro concerti li facevano nella piccola Casa del popolo di Taneto, in provincia di Reggio Emilia (98 soci Arci), dove al sabato «le note dei peggiori gruppi della zona animavano finalmente la casa con un po’ di gnocca.
I casi erano due: o gli anziani di Taneto erano stati graziati dal contagio della proverbiale saggezza o, al contrario, ne avevano talmente tanta che intuivano già che tante donne nella sezione del partito potevano portare solo guai.
Per anni quel luogo non ne aveva vista una… se si esclude la fugace apparizione di Orietta Berti, che una sera, prima del concerto, ci venne a pisciare. Il bello è che, pochi istanti dopo, a tutti i vecchietti venne voglia di andare dove era stata Lei, chissà…?, per mescolare i liquidi, forse… Saranno andati a sentirne l’odore /…/. Insomma, la sezione stava vivendo la più grossa lite dai tempi in cui Occhetto s’inventò di cambiare nome al partito. E qui non si trattava di politica: era un bell’e proprio scontro generazionale. Di quelli che quando li leggi sui libri non riesci a capire come sono fatti… beh, adesso ce l’avevamo davanti» (Franco Bassi, Fuori orario dentro l’anima, pp. 9-10).
Insomma alla fine, dalla Casa del popolo di Taneto, i giovani li hanno cacciati. Allora sette di loro se la sono legata al dito, han fondato il Fuori orario. Che è una cosa, pensarci adesso, che se i vecchi per caso non si arrabbiavano e non li cacciavano, il Fuori orario probabilmente adesso non c’era.

Condizione

martedì 11 Novembre 2008


Nel libro Fuori orario dentro l’anima, di Franco Bassi, c’è un passo in cui si racconta di quando i soci del Fuori orario, all’inizio, dovevano riempire il circolo di roba:

Cominciarono anche i giorni in cui si viaggiava per strada guardandoci intorno come se non avessimo mai visto ciò che ci circondava. E forse era vero. Tutto poteva fare al caso nostro: a parte una casa diroccata, per i mattoni, o una vecchia stalla, anche un pezzo di ferro particolare, un segnale stradale, un vagone…

A leggerlo viene in mente che quella condizione lì, che guardi le cose che ti son familiari come se non le avessi mai viste, è quella auspicata da Viktor Šklvoskij in un articolo del 1917, L’arte come procedimento, e secondo Šklovskij è, non so come dire, la condizione che se tu ti ci metti poi magari scrivi delle cose che valgon la pena.