Quasi ovunque
Un signore che si chiama Viktor Šklovskij, che si potrebbe forse definire come il padre della teoria formalista, «l’unica teoria – scrive Lev Trockij, – che in Russia si sia opposta in questi anni al marxismo», quel signore lì, nel 1923 scrive che «il colore dell’arte non riflette mai il colore della bandiera che sventola sulla cittadella del potere»; tutte le volte che, in questi anni, ho pensato a quella frase di Šklovskij, ho pensato che, se è vera, e a me sembra vera, è vero anche il contrario, cioè che il colore dell’arte non riflette mai il colore della bandiera che sventola sulla cittadella dell’opposizione. In questo senso, mi ha molto incuriosito il libro di Francesco Piccolo Il desiderio di essere come tutti, che è una specie di autobiografia politica nella quale Piccolo identifica anche il momento esatto in cui è nato il suo, per così dire, sentimento comunista: «Il 22 giugno 1974 – scrive Piccolo – al settantottesimo minuto di una partita di calcio, sono diventato comunista». La partita è una partita del mondiale del 1974, Germania Ovest contro Germania Est, ed è stata vinta dalla Gernania Est, uno a zero, gol di Jürgen Sparwasser al settantottesimo minuto, appunto. Ecco io faccio fatica a capire come il gol di Sparwasser ha fatto sì che Piccolo diventasse comunista. Continua a leggere »