Un’intervista

giovedì 17 Maggio 2012

[Intervista di Francesca Fimiani su Presente, che, forse, è uscita nei giorni scorsi su una rivista che si chiama Extra Torino]

> – Perché ha accettato di partecipare a questo progetto?

Mi è sembrata un’idea molto bella, un bellissimo libro, in potenza, ho accettato per quello.

> Immagino che ognuno dei 4 scrittori abbia un’idea diversa su cosa sia importante raccontare di questo presente (e perché), e vorrei sapere qual è la sua.

Io credo, in astratto, di non avere idee, sul quel che è importante e su quello che non lo è. Quello che è importante e quello che non è importante si manifesta tutti i giorni, senza bisogno di aver delle idee a proposito, mi sembra. Però, adesso che mi ci fa pensare, in questi ultimi anni mi sembra di avere cominciato a fare attenzione al modo in cui parlo a mia mamma o a mia figlia, e adesso mi sembra che, se ci sto attento, riesco, con loro, a essere più bravo, (un po’) più intelligente, (un po’) più simpatico e alla fine ho come l’impressione di essere (un po’) più contento di me.

> – Presente può avere molti significati: trova più importante / stimolante interrogarsi sul presente in quanto reale, o sul presente in quanto “contemporaneo”?

Se io sto male, se sono angosciato, per esempio, o se ho un dolore articolare, o se non riesco a dormire, o se ho mal di testa, o se mi rimprovero di aver detto, o scritto, delle cose insensate, e cattive, non mi viene da interrogarmi se è più reale o più contemporaneo, il mio malessere: è, nello stesso tempo, reale, e contemporaneo. Oppure non è reale, è immaginario, ma fa male lo stesso, quindi diventa reale anche se non lo è. Ecco: io, le mie parti di Presente le ho scritte così, mi sembra. Ho raccontato il miei malesseri (e i miei benesseri) reali e immaginari, che sono impastati, necessariamente, con i malesseri (e i benesseri) reali e immaginari di quel posto in cui viviamo e che chiamiamo, dandoci forse un po’ d’importanza, mondo.

> – Ritiene che la letteratura dovrebbe occuparsi di più del ‘qui ed ora’ come alle volte viene rinfacciato dalla critica italiana?

No, ritengo di no. Continua a leggere »