venerdì 5 Giugno 2020
Uno, che era il procuratore Aleksandr Aleksseevič Avinovickij, diceva che avrebbe dato cento frustate e mandato ai lavori forzati il tedesco che aveva inventato la canottiera.
[Fëdor Sologub, dal Repertorio dei matti della letteratura russa, in preparazione]
giovedì 2 Aprile 2015
Perché c’è l’erba in città? Che disordine. Bisogna estirparla.
[Fedor Sologub, Il demone meschino, traduzione di Pietro Zveteremich, Milano, Garzanti 1965, p. 222]
domenica 15 Marzo 2015
Anche prima, del resto, che cos’erano i ginnasiali per Peredònov? Non erano soltanto un apparecchio per vergare la carta con penna e inchiostro e per ridire in un linguaggio artificiale ciò che era già stato detto in un linguaggio umano? Durante tutta la sua attività di professore Peredònov, in piena sincerità, non aveva mai capito, nè pensato, che i ginnasiali erano esseri umani, esattamente come gli adulti.
[Fedor Sologub, Il demone meschino, traduzione di Pietro Zveteremich, Milano, Garzanti p. 117]
lunedì 8 Giugno 2009
E, come se si preparasse ad ascoltare lunghe spiegazioni, chinò lo sguardo sul sigaro che si consumava.
«Gli insegnanti là sono nichilisti,» disse Peredònov, «e le insegnanti non credono in Dio. Quando sono in chiesa si soffiano il naso.»
«Be’, sapete, questo certe volte è necessario.»
«Sì, ma loro lo fanno come una tromba».
[Fedor Sologub, Il demone meschino, versione di Pietro Zvetermich, Milano, Garzanti 1965, pp. 122-123]