Soffiarsi il naso

martedì 15 Luglio 2014

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Una volta a F. M. Dostoevskij gli si erano otturate le narici. Aveva cominciato a soffiarsi il naso, gli si era crepato un timpano. Aveva provato a metterci un tappo, era troppo grosso, prendeva contro il cranio. Aveva legato una cordicella, aveva provato a guardare, non gli si chiudeva più la bocca. E si era svegliato che era tutto imbarazzato, che Dio lo abbia in gloria.

[Aneddoti attribuiti a Daniil Charms, in Daniil Charms, Vešč’, Moskva, Amfora 2000, p. 309]

La patria

giovedì 19 Luglio 2012

So con certezza che lo zio, per ordine di Fomà, era stato costretto a tagliarsi le sue bellissime basette rosso scure. Gli sembrava (a Fomà) che con le basette lo zio assomigliasse a un francese e che, per quello, amasse poco la patria.

[F. M. Dostoevskij, Il villaggio di Stepančikovo e i suoi abitanti, capitolo 2]

Sottosuolo

venerdì 3 Febbraio 2012

Mi tormentava, allora, anche un’altra circostanza: il fatto che nessuno mi somigliava e io non somigliavo a nessuno. “Io sono solo, e loro sono tutti”, pensavo, e mi mettevo a riflettere.

[F. M. Dostoevskij, Memorie del sottosuolo]

Sottosuolo

mercoledì 18 Gennaio 2012

E le lacrime di poco fa, quelle lacrime che, come una donnetta vergognosa, non sono riuscito a trattenere davanti a te, anche quelle non ti perdonerò mai. E anche quello che ti sto confessando in questo momento non lo perdonerò mai a te. Sì, tu, tu sola devi pagare per tutto questo, perché sei tu che mi sei capitata a tiro, perché io sono un mascalzone, perché io sono il più disgustoso, il più ridicolo, il più insignificante, il più stupido, il più invidioso di tutti i vermi che ci sono al mondo, i quali, a dire il vero, non sono meglio di me, ma che, chissà perché, non si imbarazzano mai; e invece io, per tutta la vita sono costretto ad essere mortificato da ogni pidocchio che incontro, ecco il mio destino! E non mi interessa se tu non capisci niente di queste cose! E cosa interessa a me di te, cosa mi interessa di te, cosa me ne interessa, se morirai là dentro oppure no? Ma lo capisci che io, adesso, dopo che ti ho detto tutte queste cose, ti odierò per il fatto che tu eri qui e che hai sentito? Queste cose un uomo le dice solo una volta, nella vita, e solo in uno stato di isteria! Cosa mi interessa a me di te? Perché, dopo tutto quello che ti ho detto, sei sempre qui davanti a me? Perché mi tormenti? Perché non te ne vai?

[F. M. Dostoevskij, Memorie del sottosuolo]

Sottosuolo

martedì 17 Gennaio 2012

Io, per esempio, odiavo il mio volto, trovavo che fosse ripugnante e sospettavo, perfino, che avesse un’espressione vile, e perciò, ogni volta che andavo in ufficio, mi sforzavo, tormentandomene, di comportarmi nel modo più indipendente possibile perché non mi sospettassero di viltà, e cercavo di atteggiare il volto nel modo più nobile possibile. “Non sarà magari un volto bellissimo, – pensavo, – ma che almeno sia nobile, espressivo, e, cosa più importante, straordinariamente intelligente”.

[F. M. Dostoevskij, Memorie del sottosuolo]

Sottosuolo

lunedì 9 Gennaio 2012

Allora tutti si mettevano a piangere e mi baciavano (altrimenti sarebbero stati degli imbecilli), e io andavo scalzo e affamato a predicare le nuove idee e sconfiggevo i reazionari vicino ad Austerliz. Poi suonava una marcia, c’era l’amnistia, il papa accettava di trasferirsi da Roma in Brasile; poi c’era un ballo per tutta l’Italia a Villa Borghese, da qualche parte sulle rive del lago di Como, tanto che il lago di Come veniva trasferito apposta per questa occasione a Roma; poi c’era una scena tra gli arbusti eccetera eccetera, lo sapete no?

[F. M. Dostoevskij, Memorie del sottosuolo]

Sottosuolo

giovedì 5 Gennaio 2012

Se a me, per esempio, dimostreranno, chissà quando, che se io ho fatto le corna a qualcuno le ho fatte perché non potevo non fargliele, e che dovevo fargliele assolutamente con quelle due dita che ho usato, allora che libertà può restarmi, soprattutto se sono uno studioso e se ho perfino seguito dei corsi di filosofia della scienza da una qualche parte?

[F. M. Dostoevskij, Memorie del sottosuolo]

Sottosuolo

domenica 1 Gennaio 2012

Non solo non sono stato capace di diventare cattivo, non sono stato capace di diventare niente: né cattivo, né buono, né disonesto, né onesto, né un eroe, né un insetto. Adesso vivacchio, ormai, nel mio angolo, dicendo che sono cattivo, eccitandomi con una malvagia, inutile consolazione, che un uomo intelligente non può seriamente diventar niente, e che diventan qualcuno soltanto i coglioni. Eh, sì, l’uomo intelligente del diciannovesimo secolo è obbligato, moralmente tenuto, a essere la creatura priva di carattere per eccellenza; e un uomo con del carattere, un uomo d’azione, a essere la creatura limitata per eccellenza. Questa è la mia convinzione di quarantenne. Io adesso ho quarant’anni, e quarant’anni, poi, sono una vita; è la massima vecchiaia consentita. Vivere più di quarant’anni non sta bene, è di cattivo gusto, è immorale. Chi vive più di quarant’anni, dite la verità, chi vive di più? Ve lo dico io, chi è: i coglioni e i delinquenti, vivon di più. Lo dico in faccia a tutti i vecchi, a tutti quei vecchi rispettabili coi capelli d’argento, che profuman di buono! Lo dico in faccia al mondo! Ho diritto di dirlo, perché io vivrò fino a sessant’anni. Fino a settant’anni, vivrò. Fino a ottant’anni, vivrò io… Un attimo. Devo tirare il fiato…

[F. M. Dostoevskij, Memorie del sottosuolo]