Progressi

lunedì 13 Giugno 2011

Uomo, se sei irritabile, esercitati a tollerare le ingiurie e a non prendertela quando sei disprezzato. Così farai tali progressi che, se anche uno ti colpisce, dirai a te stesso: «Fa conto di aver abbracciato una statua».

[Epitteto, Diatribe, cit., p. 635]

Sulla traduzione di Oblomov

domenica 17 Aprile 2011

Quando uno beve dell’acqua o fa qualcosa per esercizio, trova ogni pretesto per dirlo a tutti: «Io bevo dell’acqua».

[Epitteto, Diatribe, cit., p. 649]

Quando, dunque, l’acqua è mossa

giovedì 6 Gennaio 2011

L’anima è come un catino pieno d’acqua; e il raggio di luce che cade sopra l’acqua sono le rappresentazioni. Quando, dunque, l’acqua è mossa, sembra che anche il raggio di luce sia mosso, ma, in realtà, non lo è.

[Epitteto, Diatribe III, 3, 20-21, in Tutte le opere, cit., p. 573]

Conviene

mercoledì 5 Gennaio 2011

A quelli che si sentono bene conviene accendere il fuoco, pranzare e, se se ne dà l’occasione, anche cantare e ballare.

[Epitteto, Diatribe III, 2, 18, in Tutte le opere, cit., p. 565]

Albergo

venerdì 27 Agosto 2010

epitteto

È come se un uomo, rientrando nella sua patria e passando per un luogo ove c’è un bell’albergo, fosse preso dalla bellezza dell’albergo e vi rimanesse. Uomo, ti sei dimenticato del tuo proposito: non andavi in quel posto, ma passavi attraverso di esso.
«Ma è un bel posto».

[Epitteto, Tutte le opere, cit., p. 521]

Indistinguibile

domenica 22 Agosto 2010

epitteto

Se io fossi servo di uno di costoro, a costo di essere spellato vivo ogni giorno dal padrone, non perderei occasione di torturarlo. «Servo, metti dell’olio nel bagno.»
Io prenderei della salsa di pesce e andrei a rovesciargliela in testa.
«Che cosa significa cio?»
«Ho avuto una rappresentazione indistinguibile da quella dell’olio; era del tutto simile, lo giuro sulla tua fortuna.»

[Epitteto, Diatribe, II, 20, 29, in Opere, cit,. p. 486-7]

Una quarta

venerdì 20 Agosto 2010

epitteto

Ti invito a venire da me
per sentirti dire
che ti trovi in un cattivo stato,
che ti curi di tutto piuttosto
che ciò di cui dovresti curarti,
che ignori il bene e il male
e che sei infelice e sfortunato.
Bell’invito!
E invero, se le parole di filosofi
non suscitano queste reazioni,
sono cadaveri, sia esse,
sia chi le pronuncia.

Diatribe, III, 23, 28

[Epitteto, Tutte le opere, a cura di Giovanni Reale e Cesare Cassanmagnago, testo greco a fronte, Milano, Bompiani 2009, 1438 pp., 40 euro]

Epitteto

domenica 20 Giugno 2010

ept1

Se vuoi essere bravo a leggere, leggi, a scrivere, scrivi. Ma se per trenta giorni di seguito ti astieni dal leggere e ti metti a fare altre cose, forse t’accorgerai del risultato. Così, dopo essere rimasto per dieci giorni inerte sul letto, alzati e cerca di intraprendere un viaggio un po’ lungo: vedrai come sono indebolite le tua gambe! Insomma, se vuoi fare qualcosa, prendi l’abitudine di farla: se non la vuoi fare, non farla.

[Epitteto, Diatribe e frammenti, cit., pp 133-134]

Epitteto

mercoledì 9 Giugno 2010

ept1

Certo è difficile unire e conciliare queste cose, la vigilanza di chi si sente attratto dagli oggetti e la fermezza d’animo di chi rimane indifferente, tuttavia non è impossibile: se no, sarebbe impossibile essere felici. È un po’ come quando navighiamo. Che cos’è in mio potere? Scegliere il pilota, la ciurma, il giorno, il momento opportuno. Poi scoppia una tempesta. In che più mi riguarda? La parte mia l’ho compiuta. Questo è affare d’un altro, del pilota. Ma oltre ciò, la nave s’affonda. Che ci posso fare io? Solo quel che è in mio potere posso fare: annegare senza aver timore, senza gridare, senza incolpare Dio, ben sapendo che chi è nato ha da morire. Non sono mica eterno, ma un uomo, parte del tutto, come l’ora è parte della giornata. Devo giungere come l’ora, e come l’ora scomparire. Che mi importa come scompaio, se per annegamento o per febbre? In uno di questi modi: devo pur scomparire.
Potrai notare che si comportano così anche i bravi giocatori di palla. Nessuno di loro si metta discutere sulla palla, se è buona o cattiva, ma sul modo di lanciarla o di prenderla.

[Epitteto, Diatribe e frammenti, cit., pp. 93-94]

Epitteto

sabato 5 Giugno 2010

ept1

«Epitteto, via, raditi».
Se sono filosofo, rispondo: «Non mi rado».
«E io ti stacco il collo».
«Se ti va bene, staccamelo».

[Epitteto, Diatribe e franmmenti, a cura di Renato Laurenti, Bari, Laterza 1960, p. 11]