Così tornammo a starcene zitti
E il treno corre.
Come poteva quello sciocco starsene lì seduto zitto al suo posto per ore e ore, senza far altro che leggere e leggere! Quel librettino io l’avrei già letto tutto tre volte nel frattempo, ma lui lo tirava in lungo, si pavoneggiava nella sua ignoranza senza la minima vergogna. La sua ridicolaggine alla fine superò ogni limite, non ce la feci più e allungai il capo, lo guardai e dissi:
«Come, scusate?»
Alzò gli occhi e mi fissò cadendo dalle nuvole.
«Eh?» chiese.
«Scusate?»
Non riusciva decisamente a capirmi.
«Cosa volete?» chiese seccato.
«Cosa voglio? Cosa volete voi?»
«Io? Io non voglio niente»
«Neanch’io»
«Benissimo. E allora perché mi parlate?»
«Io? Io ho parlato con voi?»
«Ah», disse e si girò furioso dall’altra parte.
Così tornammo a starcene zitti.
[Knut Hamsun, La regina di Saba, traduzione di Monica Corbetta, Simona Colombo, Cristina Falcinella, Camilla Fosso, Emanuela Prandi, Giovanna Paterniti, Michele Zurra, Milano, Iperborea 2017, pp. 34-35]