domenica 16 Settembre 2018

Presi appuntamento con uno psicologo all’ambulatorio dell’università. In sala d’attesa vidi una brochure intitolata Verità e falsi miti sull’acidità di stomaco e mi misi a leggere, perché di solito i falsi miti mi divertivano, ma questi facevano pena. «La menta piperita è un rimedio contro l’acidità di stomaco». Un’infermiera disse una parola che quasi sicuramente voleva essere il mio nome. La seguii fino a una porta con una targa di metallo che diceva PSICOLOGIA DELL’INFANZIA E DELL’ADOLESCENZA. All’interno, un uomo dai capelli bianchi con la faccia rubizza sedeva dietro una scrivania circondato da blocchetti di legno e maiali di plastica. Non c’erano altri animali, solo maiali. Ivan li aveva nominati nelle sue mail. I maiali avevano qualcosa di speciale che io non sapevo?
– Accomodati, prego, – disse lo psicologo dell’infanzia e dell’adolescenza, indicando una gamma di sedie, alcune a dimensione di bambino e altre, immaginai, a dimensione di adolescente. Mi sedetti su una delle sedie più grandi e gli raccontai tutto.
[Elif Batuman, L’idiota, traduzione di Martina Testa, Torino, Einaudi 2018, p. 139]
mercoledì 5 Settembre 2018

Era difficile decidere quale corso di letteratura frequentare. Tutto ciò che dicevano i professori sembrava secondario rispetto alle questioni importanti. Tu volevi sapere perché Anna doveva morire, e invece quelli ti dicevano che i proprietari terrieri russi dell’Ottocento erano combattuti fra il sentirsi e il non sentirsi davvero europei. Il sottinteso era che fosse sinonimo di ingenuità voler parlare di qualcosa di interessante, o pensare di poter mai arrivare a capire qualcosa di importante.
[Elif Batuman, L’idiota, traduzione di Martina Testa, Torino, Einaudi 2018, p. 18]
giovedì 2 Agosto 2018
Ho visto che a Mantova ci sarà Elif Batuman, che, nel suo primo libro, I posseduti, ha raccontato di quell’agente russo addetto al controllo passaporti che aveva timbrato il suo primo visto per motivi di studio e che, sentendo le difficoltà che aveva la Batuman a parlare in russo, le aveva detto chiesto come mai non studiava la letteratura americana, invece della letteratura russa. «Magari c’è qualche scrittore americano – aveva detto – Jack London, per esempio, che le potrebbe piacere. La lingua sarebbe più facile e lei non avrebbe bisogno di un visto”. Che bella domanda. Come mai, la Batuman, non ha studiato la letteratura americana ma la letteratura russa? Se la vedo a Mantova glielo chiedo.
domenica 10 Giugno 2018
I primi di febbraio, a Bologna, un mattino che pioveva ma non fortissimo, un mattino presto, alle sei del mattino, dovevo andare in stazione che avevo un treno per Pavia, dovevo andare al collegio Borromeo di Pavia a parlare di traduzione a degli studenti e, intanto che andavo in stazione in bicicletta, quel mattino alle sei, io ormai sono una decina d’anni che traduco dei romanzi dal russo, perché ho studiato russo, quand’ero giovane, e quel mattino alle sei, a Bologna, ho pensato che io, che prima di mettermi a studiare russo ho lavorato per un anno e mezzo in Algeria, sulle montagne del piccolo Atlante, e per un anno e un po’ a Baghdad, in mezzo alla guerra Iran – Iraq, mi è venuto da pensare che, per me, studiare russo è stata un’avventura più grande delle montagne del piccolo Atlante e della guerra Iran – iraq, è stata una cosa che ha cambiato il mio modo di camminare, di pensare, di muovermi, di dormire, di leggere, di parlare, di mangiare, di immaginare, di stare fermo, di ridere, di piangere, di sospirare, di disperarmi, di chiedere scusa, di arrabbiarmi, di concentrarmi e di portare pazienza e è una cosa che, se non l’avessi fatta, nella mia vita, chissà dove sarei andato a finire. E ho pensato che gliel’avrei detto, quel giorno lì, agli studenti che avrei incontrato a Pavia. Dopo poi gliel’ho detto, e dopo che gliel’ho detto mi è venuto da pensare a un libro di una scrittrice americana che si chiama Elif Batuman che ha scritto un libro che è stato pubblicato in Italia da Einaudi nel 2012, I posseduti (Storie di grandi romanzieri russi e dei loro lettori), e che è stato tradotto da Eva Kampmann. Secondo Elif Batuman La montagna magica (o Montagna incantata), di Thomas Mann, nonostante sia un libro molto complesso, pone una domanda semplicissima: «come fa una persona che di fatto non è affetta da tubercolosi a trascorrere sette anni in sanatorio? Da parte mia – scrive la Batuman, – mi pongo spesso una domanda simile: come fa una persona che in realtà non aspira a una carriera universitaria a passare sette anni in un sobborgo californiano a studiare la forma del romanzo russo?». I posseduti racconta questi sette anni ed è, in un certo senso, il racconto di un’inspiegabile ostinazione.
«Alcuni russi si mostrano scettici, – scrive la Batuman, – o addirittura si offendono quando uno straniero afferma di interessarsi di letteratura russa. Ricordo ancora l’agente addetto al controllo passaporti che timbrò il mio primo visto per motivi di studio. Mi suggerì che magari c’era qualche scrittore americano – Jack London, per esempio, – che avrei potuto studiare in America: – La lingua sarebbe più facile e lei non avrebbe bisogno di un visto”. E dopo mi è sembrato chesSarebbe bello fare un libro composto da racconti semplicissimi che raccontano le cose che sono successe agli stranieri posseduti dalla letteratura e dalla cultura russi, e i giri, e le avventure, e le guerre che hanno visto, e vissuto, e percorso in virtù di questa possessione. Ci si chiederà forse cosa c’entrano queste storie con Sardinia Post Magazine. Mi sembra che c’entrino per via del fatto che io, fatte le debite proporzioni, son sicuro di sbagliarmi, ma ho l’impressione che la regione italiana più russa sia la Sardegna, e credo che sarebbe bello fare un libro composto da racconti semplicissimi che raccontino le cose che sono successe ai non isolani posseduti dalla letteratura e dalla cultura, e dalla gastronomia, e dalla geografia sarda, e i giri, e le avventure, e le guerre, che hanno visto, e vissuto, e percorso in virtù di questa possessione, a cominciare, non so, da Gigi Riva, per esempio, o da Fabrizio De Andrè, ma non necessariamente gente famosa, no, un libro che, in parte, riprenda Vita di uomini non illustri, di Giuseppe Pontiggia, però vero, senza invenzioni. Sarebbero, il primo, un libro che forse direbbe, quasi senza volerlo, delle cose interessanti sulla Russia, il secondo, un libro che forse direbbe, quasi senza volerlo, delle cose interessanti sulla Sardegna.
[Questa cosa è uscita quattro mesi fa su Sardinia Post Magazine e mi sembra di non averla mai messa, qua, ma magari mi sbaglio]
lunedì 9 Luglio 2012

Se non ricordo male, il mio insegnante di matematica, alle superiori, una volta ci ha detto che la dimostrazione del fatto che due più due fa quattro era una cosa talmente complicata che nessuno di noi probabilmente sarebbe stato in grado di dimostrarla. Facevo ragioneria, e il mio insegnante non aveva (a ragione, per quanto mi riguarda) molta stima delle nostre capacità matematiche, ma quel fatto che ci son delle cose che tu sai, di sicuro, o che credi, di sicuro, di sapere, e non sei capace di dimostrarle, è una cosa che a me mi è restata anche dopo che ho finito le superiori e che potrei applicare alla maggior parte delle mie convinzioni. Continua a leggere »
sabato 2 Giugno 2012

Alla fine del libro di Elif Batuman I posseduti (storie di grandi romanzieri russi e dei loro lettori) c’è un Elenco delle traduzioni utilizzate nel testo. Una cosa stranissima, secondo me, è che non ci son scritti i nomi dei traduttori. A cosa serve un elenco delle traduzioni, se non c’è il nome dei traduttori?
venerdì 25 Maggio 2012

Quando tornai a Stanford come studentessa del secondo anno di specialistica dovetti frequentare un corso di pedagogia della lingua russa, per prepararmi al mio anno obbligatorio di insegnamento agli studenti della laurea di primo livello. Il corso era tenuto in russo da una linguista di formazione sovietica di nome Alla che ci consigliò, tra le altre cose, di trattare i nostri allievi più stupidi con compassione, «come se avessero il cancro».
[Elif Batuman, I posseduti, p. 101]
giovedì 24 Maggio 2012

– Quello che mi fa paura quando ti sto a sentire, – disse infine Matej, – è che mi ricordi un filosofo tedesco –.
Questo tedesco, Leo Strauss, aveva scritto un commentario della filosofia occidentale, in cui sosteneva che tutti i maggiori filosofi avevano sentito la necessità di nascondere le loro vere idee. Nel commentario, Strauss si riproponeva di rivelare l’Altro Platone, l’Altro Hobbes, l’Altro Spinoza, i quali dicevano tutti cose che Platone, Hobbes e Spinoza avevano taciuto.
– Molte delle idee che attribuisce a Spinoza sono interessanti, – disse Metej, – ma se Spinoza ha veramente pensato quelle cose, perché non le ha dette?
[Elif Batuman, I posseduti, p. 80]
mercoledì 23 Maggio 2012

Alcuni russi si mostrano scettici o addirittura si offendono quando uno straniero afferma di interessarsi di letteratura russa. Ricordo ancora l’agente addetto al controllo passaporti che timbrò il mio primo visto per motivi di studio. Mi suggerì che magari c’era qualche scrittore americano – Jack London, per esempio, – che avrei potuto studiare in America: – La lingua sarebbe più facile e lei non avrebbe bisogno di un visto.
[Elif Batuman, I posseduti, tr. it. di Eva Kampmann, Torino, Einaudi 2012, p. 59]