Diffuso e corrente

mercoledì 15 Aprile 2020

E stamattina mi è venuto in mente un libro; l’ho preso, l’ho aperto, finiva così: «In ogni stato, uno scetticismo diffuso e corrente sulle norme imposte dal potere è la condizione della libertà».

[Harold J. Laski cit. in Stanley Milgram, Obbedienza all’autorità, tr. Roberto Ballabeni, Torino, Einaudi 2003, p. 178]

Tutto come in Italia

venerdì 6 Marzo 2020

TUTTO COME IN ITALIA. Leggete la corrispondenza dei lavoratori italiani che prestano servizio in Germania. In generale, questi vostri camerati vi diranno che, qualunque sia la loro zona d’impiego, conservano perfetta l’impressione di essere ancora in Italia. QUESTI SONO I FATTI, A VOI LA DECISIONE.

[Il Resto del Carlino del primo dicembre 1944, citato in Carlo Lucarelli, L’inverno più nero, Torino, Einaudi 2020, p. 7]

Bisogno

mercoledì 1 Gennaio 2020

Non ditemi che il mondo è brutto,
malato, ridotto in merda,
il mondo ha bisogno di esser bello,
anche se ti urla il cuore,
anche se ti strappano le dita.

[Nino Pedretti, Al vòuşi e altre poesie in dialetto romagnolo, Torino, Einaudi 2007, p. 113]

È finita

sabato 28 Dicembre 2019

È finita. Il giornale è stampato,
la rotativa s’affretta,
me ne vado col bavero alzato,
dietro il fumo della sigaretta.

[Ernesto Ragazzoni, Buchi nella sabbia e pagine invisibili, Torino, Einaudi 2000, p. 155]

Di buongrado

sabato 16 Novembre 2019

Invece non tutto va bene! Lo sapete voi e lo so io. Stalin non è più lo standard di riferimento. Perché qui oggi c’è un dittatore duro e brutale come lui, ma al contempo molto più accettabile, più popolare di quanto sia mai stato Stalin. Questo dittatore si chiama mercato.
In Russia negli ultimi anni abbiamo visto la sostituzione di uno stato stagnante, violento e repressivo ma sostanzialmente efficiente con la dittatura del mercato. La gente è morta di stenti, depressione, alcolismo e violenza, e non solo lo ha fatto in silenzio, lo ha fatto addirittura di buongrado. Hanno lodato chi li aveva sottomessi. Sappiamo tutti che negli anni Trenta i bolscevichi confessavano crimini che non avevano commesso. È andata un po’ allo stesso modo. Con la differenza che ai vecchi bolscevichi le confessioni venivano strappate con la tortura. I russi della generazione dei nostri genitori lo hanno fatto di loro spontanea volontà.

[Keith Gessen, Un paese terribile, traduzione di Katia Bagnoli, Torino, Einaudi 2019, p, 166]

Un acronimo

domenica 3 Novembre 2019

Agli organi egli aveva dedicato la vita intera; agli organi aveva sacrificato la salute. Egli aveva sempre lavorato negli organi; nel loro nome aveva imprigionato, e da essi era stato a sua volta imprigionato prima, riabilitato poi. Tuttavia, la devozione e la sincerità con le quali aveva seguitato a servirli anche in seguito gli erano valsi l’Ordine dell’amicizia tra i popoli il, distintivo di Čekista onorario ed il titolo di Lavoratore benemerito della cultura che qualche umorista aveva subito abbreviato – c’era da dubitarne? – nel ben poco decoroso acronimo di LAVBENCUL.

[Vladimir Vojnovič, Il colbacco, traduzione di Cristina d’Audino, Torino, Einaudi 1999, pp. 57-58]

Il profilo politico

sabato 2 Novembre 2019

In ognuno dei suoi racconti (inizialmente Efim scriveva racconti), delle sue storie (poi cominciò a scrivere storie, un po’ più lunghe dei racconti), e dei suoi romanzi (alla fine scriveva unicamente romanzi), le persone sembravano frutto di una selezione a tal punto erano tutte quante per bene, meravigliose, una meglio dell’altra.
Efim mi assicurava che i suoi personaggi esistevano anche nella vita reale. Da bravo scettico io nutrivo seri dubbi. A mio parere gli uomini non cambiano mai e ritengo che persino su un iceberg alla deriva un collettivo di sovietici conterà sempre e comunque carrieristi di Partito, piccoli delatori e, statene certi, almeno un effettivo del Comitato per la sicurezza nazionale [meglio noto come Kgb]. E questo perché in condizioni di particolare isolamento e di prolungato distacco dalla madre patria anche nelle persone più indomite può manifestarsi il desiderio di esprimere pensieri ideologicamente immaturi o di raccontare barzellette ambigue sotto il profilo politico.

[Vladimir Vojnovič, Il colbacco, traduzione di Cristina d’Audino, Torino, Einaudi 1999, pp. 4-5]

La camera cieca

venerdì 1 Novembre 2019

Che poi mi succede di rado, e non sente nessuno, nella camera cieca, di sotto, tra i panni sporchi, chiudo la porta, e urlo. Dopo sto meglio.

[Raffaello Baldini, La nàiva, Furistìr, Ciacri, Torino, Einaudi 2000, p. 177]

Ancora?

mercoledì 2 Ottobre 2019

Si può ancora pronunciare la parola «Dio» dandole un significato che vada al di là di una inerte sopravvivenza? È davvero possibile liberarla dalle catene in cui le culture, le comunità religiose, i singoli individui l’hanno rinchiusa?

[Gabriella Caramore, La parola Dio, Torino, Einaudi 2019, p. 4]

Dopo un acquazzone notturno

venerdì 30 Agosto 2019

Quando accadde? Ricordo il terrazzino,
ed il pioppo bagnato che frusciava,
e il volto luminoso della notte,
che le stelle e le gocciole spruzzavano.

In un sonno infantile erano immersi
i vicini, diméntichi del giorno
e dei pensieri. E noi sul terrazzino
tutto intagli, da soli, con la notte.

Ormai quel terrazzino è demolito
e di quel pioppo non si trova il tronco,
ma mi guarda ancora quella notte,
chiara come la nostra giovinezza.

[Stepan Ščipačëv, Dopo un acquazzone notturno, traduzione di Angelo Maria Ripellino, in Nuovi poeti sovietici, Torino, Einaudi 1961, p. 43]