In questa intervista del 2018 a Rosalba Castelletti (clic), Limonov racconta che ha smesso di leggere Limonov, il romanzo di Carrère, quando Carrère dice che, in Russia, nel 42, fucilavano chi arrivava tardi al lavoro. Che è nella prima pagina del romanzo. Ha letto 18 righe (e, forse, l’introduzione).
È morto Eduard Limonov. Un anno fa ho visto una sua intervista a una televisione russa, dove diceva che il giorno della sua morte sarebbe stato un giorno di lutto nazionale. Era così sicuro, mi è sembrato simpatico.
Quando torno dalla Russia, per un po’ di tempo mi metto a ascoltare la radio russa, a vedere, sul computer, la televisione russa, a veder le partite di calcio col commento russo, come se avessi bisogno di avere intorno a me quella lingua così bella che fa dei miracoli, quando vuole.
Una delle cose che ho sentito in questi giorni è stata un’intervista allo scrittore russo Eduard Limònov che ha detto che, quando morirà lui, sarà un giorno di lutto nazionale.
Che è stata una cosa che, anche se era detta in russo, a me mi è sembrata una coglionata, ma magari mi sbaglio.
