Ecomondo
Il catalogo del gruppo Fiori per Ecomondo 2010, con i testi raccolti dagli ex allievi della scuola media inferiore di scrittura emiliana, le fotografie di Lorenzo Grandi e la grafica di chialab, adesso si può leggere qui.
Il catalogo del gruppo Fiori per Ecomondo 2010, con i testi raccolti dagli ex allievi della scuola media inferiore di scrittura emiliana, le fotografie di Lorenzo Grandi e la grafica di chialab, adesso si può leggere qui.
Quest’anno, la redazione della parte scritta del catalogo del gruppo Fiori per Ecomondo è stata affidata agli ex allievi della scuola media inferiore di scrittura emiliana. La scuola media inferiore di scrittura emiliana è un’emanazione della scuola elementare di scrittura emiliana; è il grado successivo, e ultimo, di un corso di scrittura che si chiama così, Scuola elementare di scrittura emiliana, e che è cominciato cinque anni fa, nel 2005, a Reggio Emilia, quando i maestri erano tre, Daniele Benati, Ugo Cornia e io, che mi chiamo Paolo Nori. Dal 2008 il corso si è trasferito a Bologna e siamo passati, in ottemperanza alle direttive impartite dal ministero attualmente retto da una signora che si chiama Gelmini, al maestro unico, che sono poi sempre io.
[Dalla bozza della postfazione al catologo del Gruppo Fiori per Ecomondo, che per il momento si intitola, la postfazione, Come è successo che è stato scritto quello che è scritto in questo catalogo, che per il momento si intitola, il catalogo, Io desidero un autobus blu e altre dodici storie con tredici facce]
Per spiegarci, un esempio della prima cosa che si insegna a non fare alla scuola elementare di scrittura emiliana è dato dalla prima traduzione italiana del romanzo dell’americano Bret Easton Ellis American Psycho.
In questo romanzo, nella prima pagina, compare tre volte la parola Bus, che significa, come sappiamo, Autobus. Ecco: nella prima traduzione italiana di American Psycho il traduttore aveva tradotto il primo Bus con Autobus, il secondo con Corriera, il terzo con Torpedone.
Allora, se questa cosa, usare dei sinonimi per evitare le ripetizioni, in un contesto scolastico ha forse senso, perché può servire all’insegnante a capire qual è il bagaglio lessicale dell’allievo, in un contesto letterario diventa ridicola.
Nel caso specifico, ho raccontato l’altro giorno di questa traduzione a un mio conoscente, il quale mi ha detto che se lui leggesse, in un romanzo, la parola Torpedone gli verrebbe da chiedersi È successo qualcosa?
Non è successo niente, è lo stesso bus di prima.
[Dalla bozza della postfazione al catologo del Gruppo Fiori per Ecomondo, che per il momento si intitola, la postfazione, Come è successo che è stato scritto quello che è scritto in questo catalogo, che per il momento si intitola, il catalogo, Io desidero un autobus blu e altre dodici storie con tredici facce]