Una cosa del genere
Fu Sarah a fornire a Emiliy le prime informazioni sul sesso. Stavano mangiando un ghiacciolo all’arancia e giocherellando intorno a un’amaca sfondata nel cortile della loro casa di Larchmont, nello stato di New York – era una delle località suburbane in cui abitarono dopo Tenafly – e mentre Emily ascoltava la sua mente si riempì di immagini confuse e conturbanti.
«E vuoi dire che te lo infilano dentro?»
«Eh sì. Fino in fondo. E fa male».
«E se non c’entra?»
«Ma sì che c’entra. Ce lo fanno entrare».
«E poi che succede?»
«Poi ti nasce un bambino. Ecco perché non lo devi fare finché non sei sposata. Solo, sai Elaine Simko, quella di terza media? Lei l’ha fatto con un ragazzo e stava per avere un bambino, ed è per questo che ha dovuto lasciare la scuola. Nessuno ha idea di dove sia adesso».
«Sei sicura? Elaine Simko?»
«Assolutamente».
«Be’, ma come le è venuto in mente di fare una cosa del genere?»
[Richard Yates, Easter Parade, traduzione di Andreina Lombardi Bom, Roma, minimum fax 2008, pp. 29-30]