Barbari

lunedì 24 Ottobre 2022

Nei romanzi russi dell’Ottocento si trovano spesso dei personaggi vestiti alla tedesca e io, prima di studiare il russo, non capivo: come si vestono i tedeschi?
Poi ho imparato che nemec, tedesco, in russo deriva da nem, muto, e che i tedeschi erano, per un russo dei primi dell’Ottocento, quelli che non parlavano russo, i barbari, tutti gli occidentali, e che vestirsi alla tedesca significava vestirsi all’occidentale; io, non so cosa ne penserebbe Gumilëv, credo non sarebbe d’accordo, ma io ho l’impressione che la grande letteratura russa possa essere letta come un grande discorso con l’occidente.

[Nel numero in edicola di Domino c’è un mio pezzo sul rapporto tra la letteratura russa e l’occidente che si intitola Per i russi noi siamo tedeschi]

Un consiglio

mercoledì 17 Agosto 2022

Ecco, io, la cosa che devo cercare di evitare, quando parlo della Russia, è pensare di conoscerla, la Russia, perché io, con tutto che son più di trent’anni che traffico con la Russia, le uniche due città in cui sono stato per un periodo significativo sono Mosca e Pietroburgo e, come dice Dino Sarti, La Russia è grande, è ben oltre Mosca e Pietroburgo e io, l’unica cosa che mi sento di consigliare, a chi decide di andare in Russia, è di prendere su la maglia di lana.

[Oggi, 17 agosto, esce un numero di Domino con un mio pezzo che si dovrebbe intitolare Perché i russi tacciono? (la foto viene da dinosarti.it)]

Un caffè

lunedì 8 Agosto 2022

Ho conosciuto, a Pietroburgo, una ragazza che è contro la guerra, e che ha fatto 15 giorni di carcere, e i cui genitori sono a favore della guerra, sono putiniani, come si dice, e lei non sa più come parlare con loro. Eravamo in un caffè con una grande vetrata, abbiamo parlato mezz’ora. Non posso dire niente altro, di lei, non voglio che sia riconoscibile.
È la prima volta, da quando vado in Russia, che non posso e non voglio dire tutto quello che vedo e che sento.
Dico solo una cosa.
L’ultima domanda che le ho fatto è stata «Come andrà a finire?».
Ha cominciato a piangere.
Io, anch’io.
Eravamo strani, probabilmente, nella grande vetrata di quel caffè di Pietroburgo.

[Il 17 agosto, sul prossimo numero di Domino, c’è un pezzo sul viaggio a Pietroburgo che risponde alla domanda Perché i russi tacciono? Fotografia di @claudiosforza_photography]