sabato 11 Marzo 2023
La funzione sociale di un poeta consiste nello scrivere, cosa che egli fa non per incarico della società ma per sua libera scelta. L’unico dovere lo ha verso la sua lingua, ed è il dovere di scrivere bene.
[Iosif Brodskij, Dolore e ragione, trad. Gilberto Forti, Milano, Adelphi 1998, p. 41]
lunedì 23 Febbraio 2015
Spegniamo bene la luce, o chiudiamo bene gli occhi. Che cosa vediamo? Una portaerei americana nel Pacifico. E ci sono io, là sul ponte, a fare grandi gesti con la mano. Oppure sono al volante della 4Cv. O nella rima «green and yellow basket» della canzone di Ella Fitzgerald. Eccetera, eccetera. Perché un uomo è ciò che ama. Ecco perché l’ama: perché lui ne fa parte. E non l’uomo soltanto. Anche le cose sono così. A Leningrado avevano appena aperto una lavanderia automatica di fabbricazione americana, importata Dio sa da dove, e io ricordo il rombo prodotto dalla macchina quando vi gettai dentro i miei primi blue-jeans. C’era, in quel rombo, la gioia di riconoscersi: tuta la coda umana lo udì. E allora, con gli occhi chiusi, noi riconoscevamo qualcosa di nostro; e laggiù, forse, anche più chiaramente di quanto sia possibile qui dove siamo. E poi, quel che più conta, si è visto che eravamo disposti a pagare per quel sentimento, a pagare molto caro – con il resto della nostra vita. Che è un bel prezzo, d’accordo. Ma non c’era scelta, ogni altra strada sarebbe stata pura e semplice prostituzione. Senza dire che in quei giorni il resto della nostra vita era tutto ciò che avevamo.
[Iosif Brodskij, Trofei di guerra, in Dolore e ragione, traduzione di Gilberto Forti, Milano, Adelphi 2003 (2), p. 31]