32 – 08
Diceva Charms che il suo numero di telefono, trentadue zero otto, era facilissimo da ricordare.
Trentadue denti, e otto dita, diceva.
Sergej Dovlatov
[Daniil Charms, Disastri]
Diceva Charms che il suo numero di telefono, trentadue zero otto, era facilissimo da ricordare.
Trentadue denti, e otto dita, diceva.
Sergej Dovlatov
[Daniil Charms, Disastri]
All’osservazione: «In quello che ha scritto ci son degli errori», rispondi: «Sembra sempre così, in quello che scrivo».
[Dovrebbe essere in libreria la ristampa di Disastri, di Charms]
Io comunque sono una figura stupefacente, anche se non mi piace molto parlarne.
[Ristampato Disastri di Daniil Charms]
Petrov e Zanzarov
Petrov: Oh, Zanzarov! Andiamo a caccia di zanzare.
Zanzarov: No, non sono ancora pronto per questo; andiamo magari a caccia di gatti.
[Daniil Charms, autografo]
Una volta Petrakov voleva stendersi a letto e si è steso, ma non ha preso il letto. Ha picchiato così forte sul pavimento che è rimasto lì steso e non riusciva a alzarsi.
Allora Petrakov ha raccolto le sue ultime forze e si è messo carponi. Ma le forze l’hanno abbandonato, è caduto ancora lungo disteso.
Petrakov è rimasto steso sul pavimento cinque ore circa. All’inizio era semplicemente coricato, poi s’è addormentato.
Il sonno ha ristorato le forze di Petrakov. Si è svegliato perfettamente in salute, si è alzato, è arrivato fino al letto, si è steso con attenzione sul letto. «Bè – ha pensato – adesso mi metto a dormire». Ma di dormire non ne aveva più voglia. Si girava Petrakov prima su un fianco, poi sull’altro fianco, e non riusciva in nessun modo a addormentarsi.
E questo, in sostanza, è tutto.
[Daniil Charms, Disastri]
Un uomo era andato a dormire che era credente, si era svegliato che era ateo.
Per fortuna, nella stanza di quest’uomo c’era una bilancia medica decimale, e quest’uomo era abituato a pesarsi tutti i giorni, mattino e sera. Così, andando a dormire il giorno prima, l’uomo si era pesato e aveva scoperto che pesava 4 pud e 21 funt. E il giorno dopo al mattino, dopo essersi svegliato che era ateo, l’uomo si era pesato ancora e aveva scoperto che pesava in tutto 4 pud e 13 funt. «Di conseguenza», aveva pensato l’uomo, «la mia fede pesava intorno agli 8 funt».
[Daniil Charms, Disastri]
Io comunque sono una figura stupefacente, anche se non mi piace molto parlarne.
A Lev Tolstoj piacevano molto i bambini. Succedeva che gliene portavano cinque unità su una carrozza scoperta, lui li divideva tra gli ospiti. Naturalmente, Herzen ci prendeva sempre male. Delle volte uno coi pidocchi, delle volte uno che morde. Prova, a lamentarti. Prende il bastone, tràc, sulla testa.
[Da Disastri, di Daniil Charms, l’illustrazione è di Aleksej Nikitin (cliccare sull’immagine per ingrandire)]
A Lev Tolstoj piaceva suonare la balalajka (gli piacevano anche i bambini, naturalmente). Ma non era capace. È lì che scrive il romanzo Guerra e pace, e pensa, tra sé e sé: Ten-der-denter-den-ten! Oppure: Bram-pram-dam-daram-pam-pam!
[Da Disastri, di Daniil Charms, l’illustrazione è di Aleksej Nikitin (cliccare sull’immagine per ingrandire)]
A Lev Tolstoj piacevano molto i bambini, e non gli bastavano mai. Gliene portavano delle stanze piene, che non si poteva neanche camminare, e lui continuava a gridare Ancora! Ancora!
[Da Disastri, di Daniil Charms, l’illustrazione è di Aleksej Nikitin (cliccare sull’immagine per ingrandire)]