Diogene

venerdì 5 Novembre 2010

Diogene del resto disprezzava quasi tutti perché vedeva in tutti solo falsità e lontananza dai principi fondamentali della vita e del bene. Passeggiava per il mercato e diceva «Guarda di quante cose non sento il bisogno». Lui era un cane, diceva, che tutti lodavano, ma con cui nessuno aveva il coraggio di andare a caccia. Gli piacevano soltanto quelli che erano sul punto di sposarsi e non si sposavano, quelli che dovevano partire e non partivano, quelli che dovevano darsi alla politica e non lo facevano, quelli che stavano per mettere su famiglia e rinunciavano, quelli che erano attirati dai potenti e si ravvedevano.
Diogene voleva liberarsi dai bisogni che più affliggono l’uomo, non solo dalle passioni, ma anche dalle sensazioni pi elementare come il piacere e il dolore. Gli dava particolarmente fastidio per esempio soffrire il caldo e il freddo.

[Dino Baldi, Morti favolose degli antichi, cit., p. 74]

Fileta di Cos e Epimenide di Creta

domenica 31 Ottobre 2010

Fileta, il poeta e grammatico di Cos, tanto debole e magro che doveva mettersi del piombo nelle scarpe per non volare via, morì a causa delle meditazioni notturne per risolvere il paradosso del mentitore, enunciato per la prima volta da Epimenide [di Creta: “I cretesi mentono sempre”].

[Dino Baldi, Morti favolose degli antichi, Macerata, Quodlibet 2010, p. 56]