mercoledì 12 Luglio 2017

Oggi sono stato al museo statale dell’arte figurativa di Mosca, il museo Puškin (clic), solo nella parte dell’otto e del novecento (clic), e ho visto delle cose che, qui, avevo già visto un po’ di volte, la prima volta 24 anni fa, i Picasso, i Monet, i Degas, i Miro (mi piace moltissimo, Miro, per quando possa essere interessante), un Larionov che mi è sembrato che invece non l’avevo mai visto (natura morta con rose e champagne), gli Chagall, i Rousseau, i Matisse, i Gauguin, i Van Gogh e poi ho visto dei quadri di Giorgio Morandi che qui non li avevo mai visti, li avevo visti alla fondazione Magnani Rocca di Mamiano di Traversetolo, in provincia di Parma, e vederli qui m’ha fatto un effetto che adesso lo dico.
C’erano anche alcuni oggetti, di Morandi, una bottiglia, una brocca, una scodella, e c’erano due fotografie di Luigi Ghirri, fotografo di Fellegara (Felghêra in dialetto reggiano) una frazione di Scandiano, in provincia di Reggio Emilia, come è scritto su wikipedia, e niente, quelle cose lì, al museo statale dell’arte figurativa di Mosca, il museo Puškin, ci stavan d’un bene che non si può dire.
mercoledì 12 Luglio 2017

A Mosca 18 gradi e lievi rovesci di pioggia, per la cronaca, come si dice (chissà cosa significa).
mercoledì 12 Luglio 2017
Sono andato a correre, a Mosca, ho preso улица автозаводская, la strada della fabbrica di automobili, proprio sotto il mio albergo, sono andato fino in fondo, ho voltato a sinistra, ho visto che ero in улица велозаводская, la strada della fabbrica di biciclette.
Ho tirato dritto fino al primo a semaforo, ho voltato a destra, ho visto che ero in улица машиностроенияя, la strada dell’industria metalmeccanica, e sono andato fino in fondo, poi son tornato indietro, ho rifatto tutta la strada dell’industria metalmeccanica, tutta la strada della fabbrica di biciclette, tutta la strada della fabbrica di automobili e son tornato in albergo.
lunedì 10 Luglio 2017

Io, l’ultima volta che son stato a Mosca per bene, nel senso di starci un po’, dev’essere stato nel ’93, cioè 24 anni fa; adesso, nel 2017, la città è un po’ cambiata, mi sembra, da una prima occhiata, la cosa che è rimasta uguale è la metropolitana, che è commovente, secondo me. E mi piace moltissimo parlar con la gente, «Scusi, dov’è l’ingresso della metropolitana?», «Là sulla destra», «Mi dà dieci gettoni?», «Le metto dieci ingressi in una tessera», «Scusi, dov’è ulica Masterkov?», «Di là, lei è italiano», «Sì», «Eh, io so un po’ di italiano», «Ma che bravo»: che gran belle conversazioni.