giovedì 30 Giugno 2011
Giovedì 30 giugno,
a Volta Mantovana,
nel giardino delle scuderie di Palazzo Gonzaga,
alle ore 21,
si parla del rapporto tra italiano e dialetto
e si legge Noi e i governi,
dalla Meravigliosa utilità del filo a piombo.
martedì 10 Marzo 2009
Metto qui sotto l’ultima parte (la quinta) del discorso sul dialetto (intitolato Neanche un pio) pronunciato a Bologna il 9 marzo 2009 in occasione di un convegno intitolato Dialetto lingua viva
Parte quinta
(intitolata Franco Loi e le caccole)
Quest’estate ho sentito Umberto Fiori che cantava delle canzoni che il testo di queste canzoni erano i versi in milanese di Franco Loi. Prima di cantare Fiori leggeva la traduzione in italiano, e diceva che la traduzione italiana è difficile, che arrivi al dialetto, per esempio Balabiot, dice Fiori, come fai a tradurlo, vuol dire uno che balla nudo, si può tradurre con innocente, ma vuoi mettere Innocente con Balabiot?
Non c’è niente da fare, il dialetto ha un’espressività, anche il parmigiano, per dire, per significare che qualcosa è asciutto, o che uno è dimagrito molto si dice l’è sut c’me na bresca, è asciutto come una caccola, per dire che qualcosa puzza si dice al spusa c’me n’endes, puzza come un indice, che gli indici erano le uova che mettevano nei pollai per indicare alle galline il posto dove fare le uova, e dopo un po’ marcivano, e puzzavano allora, per dire che uno è alto si dice l’e alt come na picca, è alto come una picca, per dire che una cosa costa molto si dice l’e car c’me al chiné, è caro come il chinino, per dire che una cosa non serve a niente si dice l’è gram cme al smoj, è gramo come lo smoglio, e al smoj, lo smoglio, che poi questa parola smoglio probabilmente in realtà non esiste, al smoj era l’acqua che restava dopo aver fatto il bucato con la cenere, che non serviva a niente, era da buttar via, gram c’me l smoj. Non so, per dire che una cosa è lacera, e vecchia, e povera, a Parma si dice L’e trid c’me l’Albania, è trito come l’Albania, e han cominciato a dirlo probabilmente quelli che avevano fatto la guerra e eran tornati dall’Albania e l’Emilia, all’epoca, primo novecento, era un posto povero, ma l’Albania.
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domenica 14 Settembre 2008
lunedì 9 marzo,
a Bologna,
nella sala polivalente
dell’assemblea legislativa
della regione Emilia-Romagna,
in viale Aldo Moro 5,
tra le 16 e le 19,
c’è un convengo sui dialetti
(si intitola Dialetto lingua viva)
coordinato da Gianluca Borghi
al quale partecipano:
Giuseppe Bellosi, Gianfranco Camerani,
Fausto Carpani, Paolo Galletti,
Tonino Guerra, Simona Lembi,
Ivano Marescotti, Claudio Mazzanti,
Paolo Nori, Ezio Raimondi,
Alberto Ronchi, Roberto Serra.