Poveretti
L’altro giorno, per televisione, l’ex sindaco di Reggio Emilia, che adesso è ministro, ha detto che, aumentando l’IVA, si deprimono i consumi alimentari «Che sono i consumi della povera gente», ha detto l’ex sindaco, e io ho pensato che si vede che a Roma, dove abita adesso l’ex sindaco, i ricchi, si vede, non mangiano. Poveretti. Io un po’ l’ho sempre pensato, che i ricchi, in generale, gli andava male. I ricchi, a pensarci, per loro, il meglio che può succedere, che le cose rimangon così. Son contenti, i ricchi, in generale. Non mangiano, e sono contenti. Non tutti. Schopenhauer, per dire, che era ricco, mi sembra, non era mica tanta contento. Secondo me mangiava, anche. Ma lui era un’eccezione. La famosa eccezione che conferma la regola, dicono. Ma gli altri. Adesso poi se aumentano anche l’Iva, che a loro la cosa non li riguarda, che tanto non mangiano, come si sentono? Si sentono male, fuori dal consesso sociale. Ma come fanno?. Poveri ricchi. Si sposano anche tra loro. E a cosa pensano? Ce lo dice l’impiegato del signor Better in Parliamo tanto di me, il primo libro (1931) di Cesare Zavattini, anche lui di Reggio Emilia, dove c’è scritto: «Se io fossi ricco passerei buona parte della giornata sdraiato in una soffice poltrona a pensare alla morte. Sono povero, invece, e posso penarci solo nei ritagli di tempo, o di nascosto. Alcuni giorni fa il signor Better mi sorprese che guardavo incantato il soffitto e gridò: “Sia l’ultima volta che la trovo a pensare alla morte in ufficio”. Presto andrò in pensione e sarò libero. Quando incontrerò il signor Better, per fargli dispetto, mi metterò a pensare alla morte con tutte le mie forze. Se fossi re obbligherei anche i bambini a pensarci almeno un’ora al giorno. Eccoli ancora accaldati per i recenti giuochi, con le braccia conserte sul banco, che pensano che pensano…». Poveretti.
[Uscito ieri su Libero]