sabato 21 Marzo 2020
Si smorzano le voci degli uccelli.
La luna si mette in posa per la foto.
Luccicano le umide guance delle vie.
Il vento porta il profumo di campi verdi.
Lontano, in alto, un piccolo aeroplano
gioca come un delfino.
[Adam Zagajewski, Storia della solitudine, in Dalla vita degli oggetti, a cura di Krystyna Jaworska, Milano, Adelphi 2012, p. 105]
venerdì 9 Gennaio 2015
Quanta dolcezza –
la città è sotto anestesia:
il ragazzo scarno che quasi
non occupa spazio sulla terra,
e il cane,
e io, soldato in una guerra invisibile,
e il fiume che amo.
Fioriscono i tigli.
[Adam Zagajewski, I tigli, in Dalla vita degli oggetti, a cura di Krystyna Jaworska, Milano, Adelphi 2012, p. 187]
venerdì 28 Novembre 2014
Signore Iddio, dacci un lungo inverno,
una musica sommessa, labbra pazienti,
e un po’ d’orgoglio – prima
che finisca il nostro tempo.
Dacci la meraviglia
e una fiamma, alta, chiara.
[Adam Zagajewski, La fiamma, in Dalla vita degli oggetti, a cura di Krystyna Jaworska, Milano, Adelphi 2012, p. 177]
lunedì 27 Ottobre 2014
Gli oggetti vegliavano anche di notte,
mentre lui dormiva sognando l’Africa;
la brocca di porcellana, due annaffiatoi,
le verdi bottiglie di vino, un coltello.
Quando dormiva sodo, come può dormire
solo un artista esausto, stremato,
gli oggetti ridevano, prossimi alla rivolta.
L’annaffiatoio, ficcanaso dal lungo becco,
sobillava gli altri, febbrile,
e il sangue pulsava selvaggio nella porcellana
ignara del tocco di labbra assetate,
solo occhi, sguardo, percezione.
Di giorno erano più docili e persino fieri:
tutta la ruvida esistenza del mondo
trovava rifugio in questi oggetti,
abbandonando per un attimo il ciliegio
in fiore e il cuore afflitto dei morenti.
[Adam Zagajewski, Morandi, in Dalla vita degli oggetti, a cura di Krystyna Jaworska, Milano, Adelphi 2012, p. 78]
lunedì 6 Ottobre 2014
È piccolo e invisibile come i grilli
ad agosto. Come tutti i nani ama
agghindarsi e cambiarsi. Abita tra
blocchi di granito, in mezzo a verità
utili. Riesce a stare persino sotto
un cerotto, o una benda. Non lo troveranno
i doganieri e neppure i loro superbi cani. L’io
si nasconde tra gli inni e i partiti.
Pernotta sulle Montagne Rocciose del cranio.
Eterno fuggiasco. È me, io
sono in lui nell’inquieta speranza di aver
trovato infine un amico. Ma egli
è solitario, così diffidente da non
ricevere nessuno, me compreso.
[Adam Zagajewski, Io, in Dalla vita degli oggetti, a cura di Krystyna Jaworska, Milano, Adelphi 2012, p. 38]
domenica 5 Ottobre 2014
Le albe sono cieche come gattini.
Fiduciose crescono le unghie, ancora ignare
di ciò che toccheranno. Morbidi
sono i sogni, la tenerezza incombe
come nebbia su di noi, come la campana di Sigismondo,
prima che cessasse di battere.
[Adam Zagajewski, Ode alla morbidezza, in Dalla vita degli oggetti, a cura di Krystyna Jaworska, Milano, Adelphi 2012, p. 16]