Dev’esser stato ben solo
Doveva cominciare alle 18 e 30, alle 17 e 30 non c’eran più posti a sedere, solo le prime due file che erano riservate. Tutto pieno, anche sulle scale, anche al primo piano, anche al secondo. Un mio amico che ci lavora mi ha detto che, più o meno, c’era la stessa gente che c’era stata, un anno prima, quando era venuto Fabio Volo a presentare il suo ultimo libro che ne aveva poi vendute più di cinquecento copie. Adesso lui, D’Alema, era la presentazione del libro di D’Alema alla libreria Coop Ambasciatori, a Bologna, e lui, D’Alema, cinquecento copie non le ha mica vendute, però di gente ce n’era tantissima. Io mi sono seduto che mancavan quaranta minuti, mi sono messo a leggere un libro che avevo appena comprato che aveva un titolo bellissimo, secondo me, si intitolava Il secondo amore. Che a me faceva venire in mente quel film su quel chitarrista che di se stesso diceva di essere il secondo chitarrista più bravo al mondo; e quel romanzo su Buzz Aldrin, il secondo uomo a mettere piede sulla luna. E avevo cercato il racconto che dava il titolo al libro e avevo letto: «Andammo in un parco, ci sedemmo in un viale fuori mano, non perché avessimo gesti o parole da nascondere agli altri, ma per incoraggiare noi stessi a trovare quei gesti e quelle parole. Verde, oscurità e silenzio all’intorno, ma anche l’ombra fitta che ci avvolgeva era imbevuta di sole». E intanto che leggevo la gente cresceva e cresceva l’attesa, e sembrava l’attesa della bellissima dama, e invece era l’attesa di D’Alema. Continua a leggere »