sabato 28 Maggio 2022
Molto spesso chi critica una malattia o un male, per il solo fatto di farlo si sente buono, si sente nel giusto. È un errore di valutazione molto grave e piuttosto diffuso in questa professione, e non credo sia sano. E c’è anche un problema di vanità: quando un’intera nazione ti ammira, puoi dimenticare piuttosto in fretta qual è il tuo vero lavoro. Il tuo vero lavoro è scrivere bene.
[Iosif Brodskij, Intervista a Mike Hammer e Christina Daub, in Iosif Brodskij, Conversazioni, a cura di Cynthia L. Haven, traduzione di Matteo Campagnoli, Milano, Adelphi 2015, pp. 234]
martedì 3 Marzo 2020
A.M.B. Potrebbe descriverci la sua filosofia di vita?
I.B. Non è una filosofia di vita, è solo una serie di espedienti. Se dovessi definirla una filosofia, allora direi che è una filosofia della sopportazione. È molto semplice. Quando sei in una brutta situazione, hai due modi di affrontarla: mollare tutto o cercare di resistere. Io cerco di resistere il più a lungo possibile. Ecco, la mia filosofia è questa: tutto qui, niente di speciale.
[Anne-Marie Brumm, La musa in esilio, conversazione con il poeta russo Iosif Brodskij, in Iosif Brodskij, Conversazioni, a cura di Cynthia L. Haven, traduzione di Matteo Campagnoli, Milano, Adelphi 2015, p. 51]
sabato 24 Febbraio 2018
Non sono le circostanze a creare uno scrittore, quanto piuttosto il contrario: uno scrittore, ciò che ha scritto, crea le proprie circostanze. Gli scritti di una persona non dipendono dalla sua biografia. È la biografia che deriva dagli scritti.
[Gabriella Caramore, Iosif Brodskij, «La mia vita è un’astronave», in Iosif Brodskij, Conversazioni, a cura di Cynthia L. Haven, traduzione di Matteo Campagnoli, Milano, Adelphi 2015, pp. 255-256]
sabato 24 Ottobre 2015
Non sono le circostanze a creare uno scrittore, quanto piuttosto il contrario: uno scrittore, ciò che ha scritto, crea le proprie circostanze. Gli scritti di una persona non dipendono dalla sua biografia. È la biografia che deriva dagli scritti.
[Gabriella Caramore, Iosif Brodskij, «La mia vita è un’astronave», in Iosif Brodskij, Conversazioni, a cura di Cynthia L. Haven, traduzione di Matteo Campagnoli, Milano, Adelphi 2015, pp. 255-256]
venerdì 16 Ottobre 2015
Non credo di aver mai scritto niente su New York. Non puoi tirare fuori molto da New York. Su Venezia invece ho scritto diverse cose. Mentre posti come il New England o il Messico o l’Inghilterra, la vecchia Inghilterra intendo… fondamentalmente quando ti trovi in un posto che ti è estraneo – e più ti è estraneo meglio è – la percezione della tua individualità si acuisce, diciamo a Brighton (ride) o a York, in Inghilterra. Su uno sfondo estraneo ti percepisci meglio, perché sei fuori contesto, è un po’ come essere in esilio. Uno dei vantaggi è che ti spogli di tutta una serie di illusioni. Non intendo illusioni sul mondo, ma su te stesso. È come se ti passassi al setaccio. Io non ho mai avuto una nozione così chiara di me stesso come da quando sono negli Stati Uniti. È la condizione solitaria. La nozione di isolamento mi piace perché è vera. Ti rende cosciente di ciò che sei… anche se saperlo non è sempre gratificante. Nietzsche lo ha detto in due parole: «L’uomo lasciato solo con se stesso è in compagnia del proprio maiale».
[Sven Birkerts, L’arte della poesia XXVIII: Iosif Brodskij, in Iosif Brodskij, Conversazioni, a cura di Cynthia L. Haven, traduzione di Matteo Campagnoli, Milano, Adelphi 2015, p. 143]
domenica 11 Ottobre 2015
A.M.B. Qual è secondo lei il compito dell’artista?
I.B. Il ruolo dell’artista, il suo compito, be’, se parliamo di poesia, di letteratura, è scrivere bene, tutto qui.
[Anne-Marie Brumm, La musa in esilio, conversazione con il poeta russo Iosif Brodskij, in Iosif Brodskij, Conversazioni, a cura di Cynthia L. Haven, traduzione di Matteo Campagnoli, Milano, Adelphi 2015, p. 46]
sabato 10 Ottobre 2015
A.M.B. In tutte le sue poesie sembra ripetere costantemente: sii tenace, persevera, fa’ per conto tuo. È questa la sua filosofia di base?
I.B. Sì, penso di sì. Be’, non ho alternative, per ora (ride).
A.M.B. Potrebbe descriverci la sua filosofia di vita?
I.B. Non è una filosofia di vita, è solo una serie di espedienti. Se dovessi definirla una filosofia, allora direi che è una filosofia della sopportazione. È molto semplice. Quando sei in una brutta situazione, hai due modi di affrontarla: mollare tutto o cercare di resistere. Io cerco di resistere il più a lungo possibile. Ecco, la mia filosofia è questa: tutto qui, niente di speciale.
[Anne-Marie Brumm, La musa in esilio, conversazione con il poeta russo Iosif Brodskij, in Iosif Brodskij, Conversazioni, a cura di Cynthia L. Haven, traduzione di Matteo Campagnoli, Milano, Adelphi 2015, p. 51]
giovedì 8 Ottobre 2015
In una delle prime interviste Brodskij osserva che sotto il regime sovietico era come essere soggetti a una forza di gravità decuplicata, ogni parola e ogni gesto avevano ripercussioni enormi. Vivere in occidente, per contro, era come vivere sulla luna: si poteva saltare e fare capriole senza alcuno sforzo, ma non significava nulla perché era esattamente quello che facevano tutti.
[Cynthia L. Haven, Introduzione, in Iosif Brodskij, Conversazioni, a cura di Cynthia L. Haven, traduzione di Matteo Campagnoli, Milano, Adelphi 2015, pp. 9-10]