Una nuova rivista
Simone Weil, in una cosa che ha scritto nel 1943, che si intitola Nota sulla soppressione dei partiti politici, immaginava che il posto dei partiti politici, nel caso, da lei auspicato, della loro soppressione, l’avrebbero preso le riviste.
La cosa, dopo, non è successa.
Oggi, 68 anni dopo, abbiamo ancora i partiti politici e non abbiamo quasi più riviste, mi sembra.
Ci sono, certo, dei settimanali: l’Espresso, Panorama, Oggi, Gente, però non mi verrebbe da dire che siano riviste. Cosa sono: rotocalchi? Non so.
Se mi chiedessero: Dimmi il nome di una rivista, non saprei cosa dire.
La rivista… Non so. La settimana enigmistica?
Forse no.
La settimana enigmistica cos’è? Un settimanale. Anche lei. Enigmistico.
No, mi sembra che di riviste, oggi, ce ne siano più poche, quasi nessuna, e quindi la nascita di una nuova rivista, non so, se è un segno buono o cattivo.
Credo di poter dire che Simone Weil sarebbe contenta.
Però anche quello, chissà, bisognerebbe chiedere a lei.
[Prefazione a Costola, una nuova rivista dove ci scrive anche della gente che ha fatto la scuola elementare (e alcuni anche media inferiore) di scrittura emiliana, Filippo Balestra e Matteo Comastri, per esempio]