Trovare un nome
In via Andrea Costa, a Bologna, c’è il parcheggio dei taxi e spesso, quando passo di lì, suona il telefono, un suono di quelli vecchi, meccanico, come un campanello forte, frequente, e io spesso, anche stamattina, quando passo di lì e sento quel suono forte, frequente, meccanico, mi vien da cercarmi in tasca il mio telefono, perché sul mio telefono ho quella suoneria lì, forte, meccanica, una suoneria di quelle vecchie, che si chiama Nostalgy, se non mi sbaglio, e mi sembra che sia, oggi, tra la gente che conosco io, che è tutta gente che ha più o meno la mia età, la suoneria più diffusa, ma di molto, e mi è venuto in mente, stamattina, quella cosa che è successa in questi ultimi anni in Germania est, quel fenomeno che si chiama Ostalgie, che c’è della gente che consuma prevalentemente cose che c’erano anche nella Germania est, fuma le sigarette che c’erano nella Germania est, si veste come si vestiva nella Germania est, beve le bibite che c’erano nella Germania est, ascolta la musica che si sentiva nella Germania est, e lo fa perché adesso la Germania est non c’è più, se ci fosse ancora credo non lo farebbe, o forse lo farebbe perché costretta, per mancanza di alternative, e mi sono chiesto se questa nostalgia per quei suoni lì, vecchi, antichi, meccanici, che, tra l’altro, i nostri meccanici, quelli delle macchine, li chiamiamo ancora meccanici anche se le macchine credo non siano più prevalentemente meccaniche ma prevalentemente elettroniche, se si rompono si rompe quasi sempre una componente elettronica se le portiamo a far riparare le dovremmo forse portare da un elettronico, non da un meccanico, e mi sono chiesto, stamattina, se questa nostra predilezione per i suoni vecchi, meccanici, non sia la spia del fatto che anche qui, ormai, da qualche anno, è cominciata una specie di Ostalgie solo che non si chiama Ostalgie, dovremmo trovarle un nome, forse, comunque è un sentimento che riguarda quelli che hanno più o meno la mia età e la sparizione di un mondo, del mondo forte, vecchio, meccanico, dove siam nati che era un mondo dove i telefoni facevano ancora quei rumori così forti, così frequenti e campanellosi che per noi voglion dire «telefono», anche se abbiamo dei telefoni che coi campanelli non c’entran più niente, e mi son detto, data la nostra propensione, di noi cinquantenni, ammesso che gli altri cinquantenni ce l’abbiano, io ce l’ho di sicuro, data, dicevo, la nostra propensione a identificarci con gli oggetti che usiamo, mi sono chiesto se quella nostalgia per le cose che c’erano quando eravamo piccoli noi non si possa chiamar Noistalgia, chissà, forse è meglio di no.