sabato 7 Maggio 2011

Quando non c’è niente da dire, o quando non si sa cosa dire, o quando non si sa cosa fare, o quando non si vede niente, o quando non si capisce niente, o quando non si sente niente, o quando non si riesce a dormire, o quando non si vuole mangiare: le astensioni di tutti i tipi; le scene mute, le fotografie sbagliate, le macchine che restano senza benzina, i sans papier, i sanculotti, i frigo vuoti, i film muti, i buchi neri, la menopausa, le notti in bianco, quando si cerca in tutte le tasche e non c’è neanche una sigaretta; i digiuni, gli anestetici, gli astemi, gli anoressici, gli scioperi; le pianure, le steppe, i deserti, la siccità, la crisi energetica, i black out, gli annulli filatelici, le amnesie, la crescita zero, le tinte unite. La calvizie. La sterilità. Il celibato e il nubilato. L’inappetenza e l’incontinenza. Il buio. Il silenzio. Il niente. Il nulla. Il nulla. Carlo Boccadoro, Mirco Ghirardini, Stefano Andreoli, Mauro Dadina, Anna Pasi, Alfredo Gianolio, Guido Barbujani, Paolo Albani, Guido Leotta, Alessandro Bonino, Ugo Cornia, Gabriele Bevilacqua, Paolo Nori e Marco Raffaini, il 29 maggio del 2011, a Lido Adriano (RA), si troveranno a parlare del nulla. Non si sa perché. Con le mostre Cento bozzetti di copertine di libri non ancora stampati di testi non ancora scritti di autori non ancora nati, di Gianni Zaffagnini e Unf(o)unded, 32 curatori italiani, storici dell’arte e galleristi, 20 grandi artisti di fama internazionale: 1 ora di arte contemporanea (in audioguida) e neanche un quadro (da confermare). Si accettano contributi del pubblico.
lunedì 7 Marzo 2011
Stasera pensavo che il prossimo 29 maggio, a Lido Adriano, ci sarà il primo convegno sul nulla, organizzato da quelli che facevano L’accalappiacani e dai Teatri delle Albe di Ravenna. E ho pensato che sarebbe bello che questo primo convegno sul nulla venisse bene, così magari poi ce ne sarebbe un secondo, di convegni sul nulla, magari il 29 maggio dell’anno prossimo: sarebbe ancora più bello che il 29 di maggio diventasse la giornata del nulla e che, tra qualche decennio, quando la cultura del nulla (non della decrescita, del nulla) sarà più radicata, il 29 maggio possa essere considerata festa nazionale. Magari festa nazionale di uno stato del nulla, fondato nel frattempo, con la capitale che si chiamasse Da nessuna parte. Va be’, ho pensato, figurati. Eh. Va be’. Comunque. Intanto facciamo il primo, di convegni sul nulla, a Lido Adriano, vicino a Ravenna, il 29 di maggio di quest’anno. Ecco. Al primo convegno sul nulla, quest’anno, parteciperanno, oltre a Carlo Boccadoro e Mirco Ghirardini, che, rispettivamente, dirigeranno e eseguiranno la versione per clarinetto dell’inno del convegno (questo), oltre a loro, dicevo, parteciperanno Alfredo Gianolio, Mauro Dadina, Stefano Andreoli, Guido Barbujani, Paolo Albani, Carlo Lucarelli (forse), Guido Leotta, Anna Pasi, Ugo Cornia (forse), Alessandro Bonino e I nuovi Bogoncelli, che hanno quasi tutti confermato la loro presenza in questi giorni, per quello probabilmente stasera pensavo al primo convegno sul nulla.
venerdì 10 Dicembre 2010
L’accalappiacani, insieme ai teatri di Ravenna e all’arci di Reggio Emilia, sta preparando due giornate sul nulla, che si terranno una a Reggio Emilia, come anteprima, una a Ravenna, o, meglio, a Lido Adriano, probabilmente questa il 14 maggio.
Ci sarà Carlo Boccadoro, che ci parlerà della musisca di John Cage, ci sarà Stefano Andreoli, di Spinoza, che ci parlerà degli zero a zero nelle partite di Calcio, ci sarà Paolo Albani che ci parlerà forse dell’economia negativa, ci sarà un astronomo che ci parlerà dei buchi neri, una ginecologa che parlerà della menopausa come del momento più bello nella vita di una donna, un critico d’arte, Alfredo Gianolio, esperto di arte naif e amico di Zavattini che ci parlerà della fortuna di essere ignoranti, ci saranno una decina di interventi di 30-40 minuti seguiti da dieci-quindici minuti di possibile dibattito. Il tutto aperto da un brevissimo inno (4′ 33″ di John Cage – 4 min. e 33 sec. di silenzio, come si sa) e concluso, dopo cena, da un concerto di un gruppo di gente che non sanno suonare (si chiamano Nuovi Bogoncelli).
Così, ci stiamo lavorando. Per dirlo. Se viene in mente qualcosa.
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