Un romanzo

mercoledì 6 Marzo 2013

Noi nasciamo in un romanzo il cui senso ci sfugge, e lasciamo quel romanzo senza aver capito niente.

[Patrik Ourednik, Classé sans suite, Paris, Allia 2012, pp. 143]

Quanta ce n’è di intelligenza, qui?

lunedì 4 Marzo 2013

– E nessuno che ascolta.
– Non siamo più capaci.
– L’altro giorno, son venuti da me dei testimoni di Genova.
– Geova.
– E hanno detto che ai nostri giorni non c’è più nessuno che ascolta. Come noi.
– Noi invece ci ascoltiamo.
– Ma dicono che nessuno ascolta.
– È vero.
– E quando gli dico di dirmi quello che gli sta a cuore, che io son capace di ascoltare perché mi han dato un’educazione, non come ai nostri giorni…
– È una parola quasi dimenticata.
– Esatto. Allora quando gli ho detto così, mi hanno detto che avrei trovato tutto nella Bibbia e me ne hanno voluto vendere una per cento corone. Che ci avrei trovato la via. In una libreria, hanno detto, mi sarebbe costato almeno trecento cinquanta.
– La via è sempre più cara.
– Ma chiacchierare, no, non hanno voluto.
– È una cosa rara, oramai.
– Forse non erano dei testimoni di Genova. Continua a leggere »

Caso irrisolto

lunedì 25 Febbraio 2013

– Gli occhi dei morti fanno brillare le stelle.
Disse.
– Proverbi, 125, 8.
Disse.
Dyk era abituato a declamare sentenze che erano farina del suo sacco abbellendole con false riferimenti, prevalentemente biblici. Aveva capito da tempo che in questo paese la più alta manifestazione d’intelligenza consiste nel ripetere quel che è stato già detto da altri. Tempo prima, quando era un collezionista di coleotteri, si attribuiva volentieri le proprie sentenze (“come dico sempre…”) senza ricavare altra reazione che un vago sorriso. Una volta gli era venuto in mente di aggiungere: “Libro di Ruth, 4, 6”, ed ecco che gli sguardi si erano fatti più chiari, quelli femminili ammirati, quelli maschili indispettiti.

[Patrik Ourednik, Classé sans suite, Paris, Allia 2012, pp. 10-11]