Ciccio
Dal dizionario affettivo della lingua italiana, a cura di Matteo B. Bianchi con la collaborazione di Giorgio Vasta (Roma, Fandango 2008, 253 pagine, 10 euro):
ZUZZURELLONE
Nei dizionari di quando ero piccolo era sempre l’ultima parola. Stava lì proprio a dimostrare che nella vita avere l’ultima parola non serve a niente. La si dà, come la ragione, agli isterici o ai matti. Ricordo che da piccolo volevo imparare a memoria il dizionario e la Bibbia, due testi indispensabili, due cose più grandi di te. Di entrambi però si sa solo l’inizio e la fine. Perciò zuzzurellone era l’omega della sapienza applicata alla lingua italiana, una delle poche che ricordi a memoria senza avere mai occasione di usarla… dare dello zuzzurellone a qualcuno non mi è infatti mai successo. Colgo quindi l’occasione di questo dizionario emotivo per farne qualcosa. Emotivamente, per via delle tante zeta di cui si compone, mi evoca il personaggio di Ciccio, il lavorante della fattoria di Nonna Papera. Forse lui è uno zuzzurellone, con quel suo appisolarsi sotto gli alberi… Forse si è tutti un po’ zuzzurelloni, quando si richiude sulla pancia un dizionario come questo nel caldo del dopopranzo, e ci si addormenta un po’ sazi, un po’ sospesi nella vita, in quella sacca di incoscienza che un sonnellino pomeridiano…
…zzzzzzzzzzzzz…
… e si rimandano tutte le A, A domani.
(Vinicio Capossela)