A Marina Bukowski

venerdì 14 Agosto 2020

A Marina Bukowski
16 settembre 1969

Ciao Marina, piccola mia:
ogni volta che mi telefoni, è così bello sentire la tua voce. Hai la voce più bella del mondo. Ti ringrazio tanto per le telefonate che mi fai. Sto sempre bene per giorni e giorni, dopo che parli con me. E sento che ti rivedrò, un giorno, e questo mi dà forza per andare avanti. Qualche volta quando mi sento male penso a te e mi sento subito meglio. PER FAVORE STAI MOLTO ATTENTA QUANDO ATTRAVERSI LA STRADA. GUARDA DA TUTTE E DUE LE PARTI. Io ti penso sempre e ti amo più del cielo, più delle montagne, più dell’oceano, più di tutto e tutti. Per favore, stai bene, sii felice e non preoccuparti per me.

Con tutto il mio amore, piccola,
Hank.

[Charles Bukowski, Urla dal balcone. Lettere. Volume primo (1959-1969), a cura di Seamus Cooney, traduzione di Christian Raimo e Martina Testa, Roma, minimum fax 2000, p. 225]

D’altra parte

martedì 18 Ottobre 2016

Luigi Manconi, Corpo e anima. Se ti vien voglia di fare politica, a cura di Christian Raimo, Roma, minimum fax

D’altra parte noi siamo quelli che non hanno fatto. Non hanno fatto la rivoluzione e non hanno fatto la guerra, non hanno fatto la resistenza, non hanno fatto il miracolo economico. E il personal computer l’hanno inventato negli Stati Uniti, mentre il cubo di Rubik in Ungheria. Noi abbiamo fatto alcune piccole e cruente guerriglie, mentre i più adulti e più riformisti hanno approvato lo statuto dei lavoratori, approvato il divorzio e l’interruzione volontaria di gravidanza e perfino liberato i matti.

[Luigi Manconi, Corpo e anima. Se ti vien voglia di fare politica, a cura di Christian Raimo, Roma, minimum fax 2016, pp. 162-163]

Un significato positivo

lunedì 17 Ottobre 2016

Luigi Manconi, Corpo e anima. Se ti vien voglia di fare politica, a cura di Christian Raimo, Roma, minimum fax

Si pensi a un singolare dato di costume: al Festival di Sanremo del 1969 Iva Zanicchi vince con «Zingara» e a quello del 1971 Nada e Nicola di Bari trionfano con «Il cuore è uno zingaro». Dunque, fino a quell’anno, ma ancora in tutto il successivo decennio, («Zingaro» di Umberto Tozzi è del 1978 e presenta alcuni versi incredibilmente «estremistici»), il termine presenta un significato positivo, che evoca immagini suggestive, prevalentemente esotiche, e che allude a stili di vita liberi e trasgressivi, fascinosi e romantici.

[Luigi Manconi, Corpo e anima. Se ti vien voglia di fare politica, a cura di Christian Raimo, Roma, minimum fax 2016, p. 91]

Non è sicuro

sabato 28 Maggio 2016

Qualche settimana fa Christian Raimo mi ha chiesto, per Internazionale, un pezzo sulle elezioni di Bologna; io l’ho scritto e gliel’ho mandato. Qualche giorno dopo Raimo mi ha telefonato mi ha detto che gli dispiaceva ma la redazione di Internazionale c’era stato un aspro dibattito avevan deciso che il mio pezzo non lo pubblicavano perché era qualunquista. Io gli ho detto che l’avrei pubblicato sul sito e avrei detto che Internazionale non l’aveva pubblicato perché era qualunquista. Lui mi aveva detto di aspettare che non era sicuro che avessero detto propio qualunquista che adesso li chiamava e poi mi faceva sapere qual era di preciso l’obiezione se qualunquista o cosa. E io intanto lo ero andato a rileggere, il pezzo che avevo scritto, e l’avevo letto con un interesse molto maggiore di come l’avrei letto normalmente, e mi era venuta in mente quella mia amica russa che quando le avevo chiesto se aveva letto il romanzo La casa sul lungofiume di Trifonov lei mi aveva risposto «Per forza l’ho letto, era proibito». E allora poi l’ho riletto, Raimo non l’ho più sentito e non lo so, bene, il motivo per cui quel pezzo lì Internazionale non lo poteva pubblicare, ma poi forse domani quel pezzo lì, che Internazionale non lo poteva pubblicare, probabilmente esce su Libero, non è sicuro.

Per gli altri

giovedì 26 Maggio 2016

Luigi Manconi, Corpo e anima. Se ti vien voglia di fare politica, a cura di Christian Raimo, Roma, minimum fax

Mi sembra perfino inconcepibile che qualcuno faccia qualcosa “per gli altri”. Quel che faccio lo faccio per me, per essere in pace con la mia coscienza. Se desidero alleviar le sofferenze degli altri, dare ali altri una maggior dignità di vita, è perché le loro sofferenze mi fanno pena, le sento come mie, e la loro abiezione, il loro abbrutimento m’offendono: sento in loro offesa la mia umanità.

Ernesto Rossi, lettera alla moglie Ada,
15 ottobre 1937

[Luigi Manconi, Corpo e anima. Se ti vien voglia di fare politica, a cura di Christian Raimo, Roma, minimum fax 2016, p. 7]

3 dicembre – Bologna

mercoledì 3 Dicembre 2014

Mercoledì 3 dicembre,
a Bologna,
alla Modo infoshop,
in via Mascarella 24/b,
alle 21 (credo)
parlo con Christian Raimo
del libro di Christian Raimo
Le persone, soltanto le persone (minimumfax).

Una festa

giovedì 10 Luglio 2014

figuracce

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Scopro in questo momento di essere uno dei personaggi che, nel racconto ilmiolibro.it, di Christian Raimo, pubblicato nella raccolta Figuracce, a cura di Niccolò Ammaniti (Einaudi stile libero 2014, pp. 69-98), partecipa a una festa a New York a casa di Carla Benedetti. Allora siccome io non sono mai stato a casa di Carla Benedetti, e non sono neanche mai stato a New York, non so bene come mi devo comportare.

 

 

Son passati diversi giorni

martedì 15 Aprile 2014

L’altro giorno, son passati diversi giorni, in occasione del compleanno di Eugenio Scalfari hanno pubblicato un’intervista a Scalfari sulle donne, che a me, io non l’ho letta, ho letto un riassunto che ne ha fatto Christian Raimo (clic), e questa cosa mi ha fatto venire in mente in mente un libro che ho comperato per il titolo, ci sono un po’ di libri che ho comprato per il titolo, questo era in inglese e l’ho comprato a Praga, se non ricordo male, e l’ha scritto Mavis Cheek e si intitola The Sex Life of my Aunt (Clic).

Pazienza

domenica 31 Ottobre 2010

[Mi è stata chiesta un’intervista su un intervento di Christian Raimo, questo qui. L’hanno messa on line ieri sul sito del Sole 24 ore. Mi avevano assicurato che non avrebbero cambiato niente.; hanno cambiato sia le domande che le risposte.

Pazienza.

Copio qua sotto la versione giusta]

“La scelta che oggi si pone a uno scrittore, a un giornalista, a un intellettuale, a un semplice cittadino è questa: come posso vivere, fare esperienza, produrre arte, agire politicamente, ribellarmi, senza che tutto ciò si esaurisca in un gesto ininfluente?” Dice Raimo.
Lei che ne dice?

Chi scrive dei libri, secondo me, rischia sempre che le cose che fa siano ininfluenti, brutte o da buttar via. Se uno vuol esser sicuro del risultato fa un altro mestiere, magari il geometra, o il ragioniere. Io l’ho fatto, il ragioniere, mi sembra sia un mestiere molto dignitoso e a me ha dato anche molte soddisfazioni, e i conti tornavano, sempre, se c’era un errore lo trovavamo, sempre, e fare carriera, essere influenti, era relativamente semplice, e piuttosto remunerativo. Scriver dei libri e, in generale, occuparsi di arte, mi sembra voglia dire misurare le cose in un’altra maniera. Chlebnikov, Charms, Erofeev, per dire i primi nomi che mi vengono in mente, quando erano vivi fecero poco scalpore, influirono poco, mi viene da dire, sui contemporanei, non ci furono accesi dibattiti, sulle loro opere, molte delle loro cose furono anzi pubblicate dopo la loro morte, ma adesso noi li leggiamo molto di più di quanto leggiamo Severjanin o Ehrenburg o Vasilij Ivanovič Belov, che all’epoca erano molto più conosciuti, più dibattuti, se così si può dire, e più influenti di loro. Mi sembra che Christian ci inviti tutti a diventare dei Severjanin, o degli Ehrenburg, o dei Belov, ma non possiamo essere tutti degli dei Severjanin, o degli Ehrenbung, o dei Belov, e non credo sia un male, non essere tutti così.

A 36 anni, ha iniziato a pubblicare tantissimo, negli ultimi dieci anni i suoi libri sono usciti con tutte le case editrici più importanti. Qual è la sua storia, come ha trovato tutto questo spazio?

A un certo punto, avevo 33 anni, ero talmente disperato che ho concepito la possibilità di fare una cosa che mi piacesse, scriver dei libri. E mi son messo a scrivere tutti i giorni, senza preoccuparmi del fatto che non avevo, allora, nessuno spazio, così come oggi cerco di non preoccuparmi della mia influenza, che è, e immagino continuerà ad essere, irrisoria. Continua a leggere »