II proprietario delle scarpe numero 43
Quanto amore
un anonimo calzolaio d’anteguerra
delle periferia di Lvov
introdusse nella fabbricazione di questi sandali
perché in essi
un bambino potesse correre nella sua primavera.
Ed ecco,
ora questi sandali sono
esposti nel museo di Auschwitz.
Uno potrebbe davvero
sentirsi colpevole.
Uno
che è arrivato ad avere delle scarpe numero 43.
E che,
nel 1941,
correva in quegli stessi sandali da bambino
anche lui.
[Izet Sarajlić, Chi ha fatto il turno di notte, a cura di Silvio Ferrari, Torino, Einaudi 2012, p. 79]