giovedì 17 Marzo 2016

I popi erano d’oro, e le coppe di legno. Ora le coppe sono divenute d’oro, e i popi di legno, dice un proverbio dei vecchi credenti.
[Lev Tolstoj, Che fare?, traduzione di Luisa Capo, Milano, Mazzotta 1989, p. 261]
domenica 22 Febbraio 2015
Non siamo stati noi, scrive Tolstoj, noi diciamo che non siamo stati noi, che la situazione si è creata da sola, così come i bambini che, quando rompono qualcosa, dicono che si è rotta da sola, scrive Tolstoj in un libro che si intitola Che fare?

giovedì 19 Giugno 2014

Dicono: l’attività dell’uomo è una goccia nel mare. Una goccia nel mare!
C’è una leggenda indiana su un uomo che lasciò cadere una perla in mare e che, per recuperarla, prese un secchio e cominciò ad attingere l’acqua e a versarla sulla riva. Lavorò così senza sosta e il settimo giorno il genio del mare ebbe paura che l’uomo prosciugasse il mare e gli portò la perla. Se anche quel nostro male sociale che è l’oppressione dell’uomo fosse il mare, anche in questo caso per riavere quella perla che abbiamo perso varrebbe la pena di sacrificare la propria vita a prosciugare il mare di questo male. Il principe di questo mondo si impaurisce e si sottomette più facilmente del genio del mare; ma il male sociale non è il mare, bensì un fetido mondezzaio che siamo noi stessi a riempire con cura delle nostre lordure. Basterebbe solo tornare in sé e comprendere quel che stiamo facendo, cessare di amare le proprie lordure, perché il mare immaginario si disseccasse immediatamente e ci fosse possibile impadronirci di quella perla inestimabile che è la vita umana e fraterna.
[Lev Tolstoj, Che fare?, traduzione di Luisa Capo, Milano, Mazzotta 1989, p. 174]

mercoledì 3 Luglio 2013

Mi stupisce sempre sentir ripetere: sì, va bene in teoria, ma come sarà in pratica? Come se la teoria fosse fatta di belle parole, buone solo per la conversazione, ma non per servire da base a tutta la pratica, cioè a tutta l’attività. Ci deve essere stata nel mondo una quantità spaventosa di teorie stupide, se è potuto entrare nell’uso un ragionamento così incredibile. La teoria è ciò che si pensa di un argomento e la pratica è ciò che si fa. Ma come può essere che un uomo pensi che bisogna agire in un certo modo e che faccia poi il contrario? Se la teoria della preparazione del pane è che bisogna prima impastare, e poi mettere in forno, nessuno, se non i pazzi, conoscendola potrà fare il contrario. Ma da noi è di moda dire: questa è la teoria, ma come sarà la pratica?
[Lev Tolstoj, Che fare?, traduzione di Luisa Capo, Milano, Mazzotta 1979, p. 154]

venerdì 13 Aprile 2012

Gli uomini che compiono violenza sugli altri li persuadono che questa violenza è necessaria allo Stato; e lo Stato è necessario alla libertà e al bene degli uomini; ne risulta che gli aggressori compiono violenza sugli uomini per la loro libertà e che fanno loro del male per il loro bene.
[Lev Tolstoj, Che fare?, p. 147]

domenica 7 Novembre 2010

La questione che la scienza economica si pone è perché alcuni uomini, in possesso della terra e del capitale, possano ridurre in schiavitù quelli che non possiedono né terra né capitale.
La risposta dettata dal buon senso è che ciò avviene a causa del denaro, il quale ha la sua proprietà di asservire gli uomini. Ma la scienza lo nega e dice: no, ciò non avviene per le proprietà del denaro, ma per il fatto che alcuni possiedono terra e capitale e altri no. Chiediamo: perché gli uomini che hanno terra e capitale assoggettano quelli che non li hanno? Ci si risponde: perché loro hanno terra e capitale. Ma è proprio quanto stavamo chiedendo. È esattamente nell’alienazione della terra e degli strumenti di lavoro che ha origine l’asservimento. Sarebbe come rispondere: facit dormire quia habet virtutem dorimitivam.
[Lev Tolstoj, Che fare, cit., pp. 105-106]

lunedì 1 Novembre 2010

I vecchi abitanti di Mosca, quando mi parlavano della miseria della loro città, lo facevano sempre con un certo piacere, come inorgogliendosi davanti a me di conoscere questa realtà. Ricordo che anche a Londra i vecchi abitanti sembravano vantarsi della miseria della loro città: «Guardate, guardate com’è da noi».
[Lev Tolstoj, Che fare, traduzione dal russo di Luisa Capo, Milano, Mazzotta 1979, p. 14]