Un permesso
A mostrarle un matrimonio, lei ci vedeva soltanto due persone che si erano procurate un permesso in piena regola di litigare e picchiarsi.
Dickens
[Oggi, alle 19, sul mio profilo Instagram, Discorso su Raffaello Baldini]
A mostrarle un matrimonio, lei ci vedeva soltanto due persone che si erano procurate un permesso in piena regola di litigare e picchiarsi.
Dickens
[Oggi, alle 19, sul mio profilo Instagram, Discorso su Raffaello Baldini]
Il signor Cruncher l’anno del Signore lo chiamava sempre Anna Domino. Era evidentemente convinto che l’inizio dell’era cristiana fosse da situarsi nel giorno in cui una certa signora aveva inventato quel gioco così popolare che prendeva dunque il nome da quello dell’inventrice.
[Charles Dickens, Una storia tra due città, traduzione di Mario Domenichelli, Milano, Mondadori 2012, p. 70]
La piazzetta li condusse a un piccolo cimitero: era una piazzetta lastricata, quadrata, con in mezzo un monticello di terra alto quanto il petto di una persona, chiuso da una cancellata tutt’intorno. Qui, a un livello opportunamente e saltuariamente elevato rispetto a quello dei vivi, stavano i morti nelle loro tombe; e queste erano per lo più storte e pendenti da una parte, come se si vergognassero delle menzogne che portavano scritte.
[Charles Dickens, Il nostro comune amico, traduzione di Filippo Donini, Milano, Garzanti 1999, p. 457]
La vecchia filastrocca dice: «Indovina, indovinello – sai tu dirmi cos’è quello?» E la mia risposta è: «No, sulla mia vita, non so.»
[Charles Dickens, Il nostro comune amico, traduzione di Filippo Donini, Milano, Garzanti 1999, p. 332]
A mostrarle un matrimonio per la strada, essa vi scorgeva soltanto due persone che si erano procurate un permesso in piena regola di litigare e picchiarsi.
[Charles Dickens, Il nostro comune amico, traduzione di Filippo Donini, Milano, Garzanti 1999, p409]