Un solo incomparabile testo
Tanto più che, se pur altri documenti mancassero, basterebbe pur sempre, a definire la situazione di frazionamento della cultura e letteratura italiana del Duecento, un solo incomparabile testo: il De Vulgari Eloquentia di Dante. L’intelligenza di questo libro è venuta crescendo e illuminandosi sempre più, e non si esagera dicendo che esso è la porta stretta che comanda per noi l’ingresso, non soltanto alla Divina Commedia, ma conseguentemente a un’interpretazione storica di tutta la letteratura italiana. E la lezione del De Vulgari Eloquentia è in breve questa: un’esigenza unitaria, di una ideale unità linguistica e letteraria, proposta e richiesta a una reale, frazionata varietà, un’unità insomma che supera, ma nel tempo stesso implica questa varietà.
[Carlo Dionisotti, Geografia e storia della letteratura italiana, Torino, Einaudi 1967 e 1999, p. 35]