Le parole che i tuoi interlocutori non capiscono
1) Mo mama è una scatola piena di storie, storie raccontate con gli occhi di chi prova a vedere le cose come se le vedesse per la prima volta. Mo mama parla di rivoluzioni che prendendo la bici e girando per il centro di Parma, fai fatica a notarle. Parla di storie di politici nuovi che troppe spesso ricordano quelli vecchi, parla di storie in cui l’insignificante esperienza del quotidiano ci suggerisce profonde riflessioni. Mo mama è l’arroganza di chi vuole avere ragione e l’ipocrisia di chi sa di non averla, è il busto di Picelli rivolto verso un angolo desolato della piazza e la disinvoltura di chi della semplicità e della piccolezza, ne fa dei valori da seguire. Da dove nasce l’idea di questo libro?
Quando sono andato via da Parma, nel ’99, io mi ricordo ho pensato che io era una vita che fin da piccolo in casa al mattino si trovava la Gazzetta di Parma, che si leggeva la cronaca della città, la città di Parma, si sapeva tutto quello che era successo in città, a Parma. “Io non lo so, – avevo pensato, – come farò, che sono abituato vedermi intorno tutte queste cose di Parma. Per dire, al mattino, di solito, io faccio colazione con il prosciutto di Parma. Secondo me mi mancheranno, – avevo pensato, – queste cose di Parma. Il prosciutto di Parma, il formaggio di Parma, il parmigiano.
Tutta la stampa di Parma, la Gazzetta di Parma, il Giornale di Parma, il Corriere di Parma, la Tribuna di Parma. La Tribuna non l’ho mai letta, – avevo pensato, – non ha fatto in tempo ad aprire, è fallita subito immediatamente. E Tv Parma, – avevo pensato, – si vedrà a Bologna? E Radio Parma ci arriva, col ripetitore? Radio Parma mi mancherà, – avevo pensato, – Radio Parma. Una volta su Radio Parma ho sentito un servizio dicevano che avevan scoperto dei documenti antichissimi che dimostravano che l’università più antica del mondo non era, come si credeva erroneamente fino ad allora, Bologna o Parigi, no, era Parma. Mi mancherà, questa città. Magari ogni tanto ci torno – avevo pensato. – Magari vengo a vedere una mostra. Che qui a Parma fan sempre delle mostre bellissime. Parma e il neoclassicismo. Parma e la rivoluzione francese. Parma e il liberty. Il futurismo a Parma”, avevo pensato e in quel momento facevo un po’ il furbo, nella mia testa, e pensavo che Parma non mi sarebbe mancata e invece quindici anni dopo, adesso, secondo me se io ho delle cose da raccontare son le cose che succedono a Parma, le cose che si dicono a Parma, il modo in cui le si dice, i colori che esistono a Parma che mi sembra che esistano lì e basta. Continua a leggere »