martedì 10 Luglio 2018
Erano insieme da qualche mese quando lui comprò la casa di Shamrock Street dove viveva in affitto già da un po’. Lei vi si trasferì, riempì le stanze dei suoi costosi shampoo al miele e appese in giro vasi di edera e foto stampate su carta opaca. Ogni domenica prendevano la macchina e andavano a mangiare in un ristorante all’aperto sulla Laguna Madre: cestini di gamberetti e focaccine di farina di mais. Una sera lei gli disse: – Portatemi via tutto, ma lasciatemi l’Estasi.
Nora parlò a voce talmente bassa e calma che a Sonny il cuore si fermò nel petto. Le chiese: – Significa che vuoi un’altra birra?
– Significa che voglio sposarti.
Il vento sollevò delicatamente un lembo della tovaglia a quadretti rossi dal tavolo ad assicelle e subito lo lasciò ricadere, le onde sciaguattavano pesanti contro i piloni, l’odore di pastella, di pesce e di legno di cedro schizzato di acqua salata, quella sensazione divina di calore nel petto, simile a un raggio di luce che si rifrangeva attraverso un gioiello.
[Bret Anthony Johnston, Corpus Christi, traduzione di Federica Aceto, Torino, Einaudi 2018, pp. 5-6]
mercoledì 26 Agosto 2015
Il romanzo di Bret Anthony Johnston Ricordami così, da poco uscito per Einaudi stile libero (per la traduzione di Federica Aceto) parla di una cosa impegnativa: di una famiglia texana, il padre Eric, la madre Laura e il figlio minore Griffin, e del modo in cui questi tre personaggi hanno reagito a una cosa successa quattro anni prima, la scomparsa del figlio maggiore, Justin, che un pomeriggio, dopo avere litigato con Griffin, è uscito di casa e non è più tornato.
Eric, il babbo, comincia una relazione extraconiugale, come si dice, con la moglie di un chirurgo; Laura, la mamma, comincia a fare la volontaria al Marine Lab, un posto in cui, da qualche mese, stanno curando un delfino femmina che, chissà perché, si è spiaggiato, e si mette a rubare delle boccette di smalto per le unghie dai supermercati, e non restituisce più i libri che ha preso in prestito in biblioteca. Griffin, il figlio piccolo, si immagina che i suoi genitori divorzieranno e si allena a dire, davanti allo specchio, «“Mi chiamo Griffin Campbell. Sono figlio unico”. Lo ripeteva in continuazione finché non gli sembrava vero».
Ecco. Le cose che ho scritto fino a questo momento sono tutte vere ma sono anche false.
L’autore del libro, Bret Anthony Johnston, è direttore del dipartimento di scrittura creativa dell’Università di Harvard e si trovano, in rete, diversi suoi contributi, in uno dei quali, intitolato Non scrivere quello che sai, scrive, tra le altre cose, che «Le storie non parlano di qualcosa, le storie sono, delle cose», contraddicendosi, in un certo senso, perché questa cosa, il fatto che le storie non parlano di qualcosa, le storie sono, delle cose, lui la sa, e l’ha scritta, ma, a parte questo, la potenza del romanzo di Johnston non mi sembra sia tanto nell’argomento impegnativo, quanto nel modo in cui la materia narrativa che maneggia, la creta che Johnston ha tra le mani, reagisce. Continua a leggere »
domenica 16 Agosto 2015
Suo padre era sempre impegnato a tirare su di morale gli altri, come la mascotte a una partita di football americano.
[Bret Anthony Johnston, Ricordami così, traduzione di Federica Aceto, Torino, Einaudi 2015, p. 64]
mercoledì 12 Agosto 2015
– Questo mese sono in Alaska, – disse Tracy. Scriveva articoli per una rivista di viaggi, ma non visitava mai le sue mete. Ogni mese, il direttore le spediva una busta zeppa di statistiche e dati salienti che Tracy prendeva e trasformava in un racconto. Sono a San Paolo, diceva. Sono a Sag Harbor. – E ora guardando le sorelle che si sventolavano mi sono venuti in mente gli orsi polari, il mondo attorno a loro che si scioglie piano piano.
– Mah, – disse Eric, – l’Alaska mi dà l’idea di un gran bel posto dove passare l’estate.
– A nord verso il futuro, – disse lei.
– A nord verso il futuro?
– È il motto dell’Alaska.
[Bret Anthony Johnston, Ricordami così, traduzione di Federica Aceto, Torino, Einaudi 2015, p. 22]