Traduzioni
Credo che un gruppo di traduttori stiano protestando con Alessandro Baricco e con Repubblica perché, in una rubrica curata da Baricco dove si segnala un libro a settimana, se il libro è straniero non viene indicato il traduttore.
Sembra che Baricco abbia detto che a lui certi libri stranieri sono piaciuti anche se eran tradotti male, che è una cosa che, secondo me, può anche essere; credo anche, però, che se fossero stati tradotti bene gli sarebbero piaciuti ancora di più, forse.
La protesta dei traduttori, devo dire, mi meraviglia, un po’; se uno non capisce il valore delle traduzioni, più che protestare con lui, a me verrebbe da dispiacermi, per lui.
Per esempio Kennedy, no?, il presidente, quello che era fidanzato con Marilyn Monroe, ma di nascosto, quando è andato a Berlino, che ha tradotto I am a citizen of Berlin, e l’ha tradotto con Ich bin ein Berliner, che, in realtà, sembra significhi Io sono un bombolone, come mi ha fatto notare, qualche settimana fa, Carlo Boccadoro, ecco, lui, non mi sembra che abbia tradotto molto bene, però quel discorso lì ha avuto successo, quindi, se si riduce la cosa al successo, avrebbe poi ragione Baricco, forse; dopo, però, quando gli han spiegato quel che aveva detto, Kennedy non lo so se ci è rimasto molto bene.