Le pietre d’incanto

venerdì 12 Dicembre 2014

[Metto qua sotto un discorso che ho fatto l’altro giorno a Reggio Emilia, che rielabora due discorsi precedenti e dove, comunque, ci saranno un sacco di refusi]

Le pietre d’incanto
discorso su Auschwitz che comincia a Reggio Emilia
pronunciato a Reggio Emilia
nella sala stampa del teatro Valli
l’8 dicembre del 2014

Buongiorno.
Sono contento quando vengo a Reggio Emilia, e mi piace molto venire in questo teatro, e sono contento che l’istoreco mi abbia invitato a collaborae per il viaggio della memoria di quest’anno e a chiudere questa passeggiata per la città che abbiamo appena fatto e dove ci hanno raccontato dove sarenno messe le pietre d’inciampo che stanno per essere posate, cioè nei posti dove, l’8 dicembre del 1943 alcuni ebrei reggiani sono stati arrestati perché erano colpevoli di essere ebrei.
Allora, premetto che siccome quest’anno, praticamente, questa è la prima cosa che facciamo, non abbaimo ancora cominciato a lavorare, mi sono sentito autorizzato a rielaborare dei lavorai che avevo fatto nel 2009 con Istoerco e negli anni successivi con La fondazione Fossoli, con i quali sono stato ad Auschwitz per qualche anno.
Dopo, stamattina, intanto che sentivo gli storici delli’istoreco che parlavano delle pietre d’inciampo, a me è venuto in mente che questo discorso forse era meglio cambiargli titolo, perché io pensavo di chiamarlo L’incanto, invece forse è bene chiamarlo Le pietre d’incanto, perché io immagino che alcune di queste pietre produrran dell’incanto, che l’incanto uno non lo direbbe mai, che lo trova.
Cioè il momento prima di trovare l’incanto non ti succede mai che pensi Ecco io adesso, tra un momento, trovo l’incanto.
Se no era troppo facile.
Non so se si capisce.
Adesso mi spiego.
AlIora io, sabato mattina, quando sono arrivato a casa, ho acceso computer, dovevo cominciare a scrivere questo discorso, solo che il computer non si è acceso, mi è apparsa una specie di cartella grigia con un punto interrogativo lampeggiante. Allora cos’ho fatto, ho spento il computer, l’ho riacceso, mi è riapparsa una cartella grigia con un punto interrogativo lampeggiante.
Ho fatto così sei o sette volte, dopo ho pensato che non è che potevo andare  avanti tutto il giorno a accendere e spegnere il computer, dovevo anche andare a correre, allora sono andato a correre, quando son tornato da correre ho acceso il computer, cartella grigia con punto interrogativo lampeggiante.
Allora ho fatto una commissione, dovevo andare nella scuola di mia figlia ad aiutare a mettere le luci per la festa di natale, dopo ho fatto una minima spesa, sono andato a mangiare, ho chiesto alla mamma di mia figlia, che lei, di computer, ne sa più di me, se provava a vedere se riusciva ad accenderlo, niente da fare, non c’è riuscita.
Non mi andava più il mio computer.
Che è stata una cosa, da un certo punto di vista, incantevole, una solitudine, senza il mio computer, ci son delle solitudini che hanno un buon odore e quella lì, mi è sembrato, era una di quelle si stava anche bene, senza computer, l’unico problema era che, entro lunedì mattina, avrei dovuto scrivere questo disccrso, è vero che era sabato potevo andare a farlo riparare solo che non potevo, che erano già quasi le due, dovevo pulire in casa mia che la sera sarebbe venuto un amico di mia figlia a dormirci, che io quella notte avrei dormito a Milano, e poi dovevo appunto andare a Milnao avevo un treno che partiva alle sedici e trentotto, non c’era mica tanto da ballare, e allora come ho fatto, vi chiederete.
Ho preso un altro computer.
Ne ho altri due.
Ho usato uno di quelli.
Un computer vecchio del 2009 che però è venuto buono perché era il computer con il quale avevo lavorato a un altro lavoro che avevo fatto con l’istoreco, lavoro che si chiamava Hai sentito che storia ed era una specie di audioguida ai luoghi reggiani della resistenza, alcuni dei quelli son quelli che abbiamo visto oggi e che io ho visto per la prima volta allora, cioè li avevo già guardati ma non li avevo visti. Non so se si capisce.
Io per esempio, qui, la via Emiila, quella parte della via Emilia che si chiama Via Emilia Santo Stefano, c’è una stradina, che si apre tra i negozi Cimurri uomo e La griglia (macelleria e gastronomia) che si chiama via dell’aquila e all’ingresso di questa stradina, fino a qualche anno fa si vedevano ancora dei cardini, segno che lì, tempo prima, c’era un portone. Il portone c’era stato messo in seguito a una bolla papale, la bolla Cum nimis absurdum  emanata da papa Paolo IV il 14 luglio 1455.
Cum nimis absurdum significa Poiché è oltremodo assurdo, e sono le prime parole della bolla, che fa così: Continua a leggere »

29 gennaio – Santa Croce sull’Arno

venerdì 9 Maggio 2014

Giovedì 29 gennaio,
a Santa Croce sull’Arno (Pisa),
al Centro Polivalente
di Villa Pacchiani,
alle 21.15,
la Zona,
discorso su Birkenau.

La zona

domenica 6 Aprile 2014

Buongiorno, si sente?
Grazie. Continua a leggere »

Oggi, che poi era ieri

venerdì 4 Aprile 2014

Oggi, che poi era ieri, ho sentito uno, eravamo a Birkenau, «Questo sì che è un bel posto, – diceva, – per far delle foto».

29 novembre – Empoli

venerdì 29 Novembre 2013

Venerdì, 29 novembre,
a Empoli,
all’Agenzia per lo Sviluppo,
in via delle Fiascaie,
alle 21 e 30,
Birkenau
(discorso sullo straniamento)

La forma della Polonia

domenica 17 Marzo 2013

La guida ci ha detto che la Polonia ha una forma più o meno regolare, rotonda quadrata. Poi tutto il giorno abbiamo camminato sulle ossa dei morti. E a un certo punto è stato chiaro che è vero quello che dice una botanica che lavora al museo di Auschwitz, che dice che il senso del lavoro che, da decenni, stanno facendo gli storici per ricostruire quel che veramente è successo qui, comparando testimonianze e dati documentali, lavorando sui ritrovamenti di nuovo materiale sul sito archeologico e sui ritrovamenti di nuovi documenti negli archivi di mezzo mondo, un lavoro inesausto e disperato, che ha portato Franciszek Piper a scrivere: «il est évident que la reconstruction de la tragédie d’Auschwitz dans son intégralité est irréalisable», il senso di tutto questo lavoro sarebbe rivoluzionato, ha detto quella botanica, se ci si rivolgesse a dei testimoni oculari imparziali, le betulle di Birkenau, che – e ci siamo voltati a guardarle – sono le stesse betulle che c’erano allora, settant’anni fa.

16 marzo – Cracovia

sabato 16 Marzo 2013

Sabato 16 marzo,
a Cracovia,
alle ore 21,
nell’auditorium
del’Hotel Best Western
leggo un discorso che si intitola
Birkenau
e dura 50 minuti
e parla di cose difficili.

Essere deficienti

giovedì 14 Marzo 2013

Sto scrivendo una cosa sul vantaggio di essere deficienti. Che, secondo me, se uno non si compiace troppo, della propria deficienza, la consapevolezza della propria deficienza è una cosa buona. Il discrimine (o un discrimine) è forse proprio quello: rendersi conto della propria deficienza, o non rendersene conto. Che essere intelligenti, secondo me, io non so se ne esistono, di persone intelligenti.