Il senso dei puzzle

venerdì 14 Agosto 2015

Benjamin Wood, Il caso Bellwether

Il libro di Benjamin Wood Il caso Bellwether, appena uscito per Ponte alle grazie (traduzione di Maurizio Bartocci e Valerio Palmieri) comincia con un ragazzo inglese che fa l’infermiere che passa davanti a una chiesa e sente il suono di un organo che sembra simile al suono «di un gatto che fa le fusa». Una musica che «non aveva nulla a che vedere con gli inni deprimenti delle messe natalizie dei tempi della scuola, né con le goffe versioni del Resta con me che si era sforzato di cantare al funerale dei nonni. In questa musica c’era una fragilità, come se l’organista, anziché premere sui tasti, vi muovesse le dita sopra, sospese a mezz’aria, con la leggiadria di un burattinaio». L’infermiere, che si chiama Oscar, entra in chiesa e sente tutta la sonata fino alla fine, e alla fine, fuori dalla chiesa, conosce una ragazza che si chiama Iris che gli dice: «Se c’è una cosa che so delle chiese, è dove si trovano le uscite. È come sugli aerei. In caso di emergenza, bisogna esser pronti a scappare». Dopo un po’ arriva il fratello, di questa ragazza, che si chiama Eden e è un ragazzo elegante ma con «un che di sgraziato nel modo in cui gli cadeva il blazer; le spalle e i gomiti sporgevano da sotto il tessuto, come se qualcuno avesse gettato un lenzuolo su un tavolo capovolto». Quell’infermiere, Oscar, lavora in un ospizio che è un posto dove «tutto era insipido e sapeva di mensa», e lui si occupa, soprattutto, di un vecchio professore che «Non amava sprecare il suo tempo davanti alla tv come facevano gli altri, né passare una settimana intera a comporre un puzzle che avrebbe rivelato l’immagine di un soleggiato panorama straniero che lui non avrebbe potuto visitare perché troppo vecchio. “Non ho mai capito il senso dei puzzle”, aveva detto una volta. “C’è già l’immagine sul coperchio della scatola, dov’è il mistero?”». La ragazza che è capace di uscire dalle chiese, Iris, è una ragazza che suona il violoncello, e nel secondo capitolo l’infermiere va a sentire un concerto dove suona lei e trova il suo nome nel programma: «Stampato, sembrava strano, asimmetrico, una parola corta seguita da una più lunga, come un camion e il suo rimorchio in autostrada: Iris Bellwether»; Continua a leggere »

La cosa che preferisce in assoluto nel mondo intero

lunedì 3 Agosto 2015

Benjamin Wood, Il caso Bellwether

«Se dovessi dire qual è la mia parola preferita della lingua inglese, – anzi, la cosa che preferisco in assoluto nel mondo intero – sai quale sarebbe?»
«Quale?»
«Petricore. Si chiama così l’odore della terra dopo la pioggia».
La baciò sulla guancia, continuando a camminare. «Sei troppo intelligente per me, signorina».

[Benjamin Wood, Il caso Bellwether, traduzione di Maurizio Bartocci e Valerio Palmieri, Milano, Ponte alle grazie 2015 (2), p. 128]