Provate a ricordarvi la vostra faccia in quel momento

mercoledì 3 Agosto 2016

Gargantua e Pantagurele

Avete mai stappato una bottiglia? Corpo d’un cane! Provate a ricordarvi la vostra faccia in quel momento. E avete mai visto per l’appunto un cane (che, come dice Platone – libro II de Rep. – è la bestia più filosofa del mondo) quando incappa in un osso col midollo? Se l’avete visto, avete anche notato con quale devozione lo guata, con quanta cura lo custodisce, con che fervore lo tiene, con quanta cautela lo intacca, con quale bramosia lo stritola, con quanta diligenza lo succhia.
Chi lo induce a fare questo? Che cosa spera dalla sua fatica? Qual bene ne pretende? Nient’altro che un poco di midollo.

[François Rabelais, Gargantua e Pantagruele recato in lingua italiana da Augusto Frassineti, volume primo, Milano, Bur 2000, p. 15]

Ministerialaesimo attivo

sabato 25 Ottobre 2014

Augusto Frassineti, Misteri dei ministeri

 

 

 

 

 

La signora Carmela La Pietra, ultranovantenne, è un esemplare classico di ministerialesimo attivo e gode appunto di una salute che, tenuto conto dell’età, può ben dirsi di ferro. Essa così si esprime:

Alla Sua Signoria lo Ministero, Roma. Voglio essere compatita per questa inutile letterina ma è lo piacere di farlo sapere allo Signor Ministero che proprio ieri nello paese ci è stato uno onorevole comunista che dicevano che si chiamava onorevole Festa che mio figlio mi disse che restò con gli orecchi tesi quando questo onorevole cominciò a dire che è inutile chiamarlo amato governo democratico che anzi sono trecentosette serpi che affamano lo popolo ed e più si è scagliato contro lo nostro bravo paesano Cappella Giuseppe Avvocato Cerimoniere di certe cose che non so che mio figlio non volle più continuare ed solo mio figlio mi ha detto che questo onorevole queste parole le ha dette appostamente. Basta che ora voglio fare sapere allo Signor Ministero una cosa che passò ieri alla gioia di mio figlio verso il mezzogiorno questi paesani comunisti a questo onorevole lo portarono per farci vedere una strada un poco sconcia dello paese e perciò questo onorevole era scortato da altri comunisti per come è detto e mentre che passava in quella via mio figlio per combinazione si trovava in quella via in una casa con pulite e modeste donne e signorine ed loro mentre passavano allora quelli di dietro hanno rivolto delle parole di offesa in quella casa che dissero così In questa casa ci stanno delle puttane democratiche ma per come è detto che per combinazione si ci trovava mio figlio che ha risposto subito Le vere disoneste sono le vostre mogli e le vostre sorelle che vogliono lo comunismo per avere lo libero amore.

[Augusto Frassineti, Misteri dei ministeri, Modena, Guanda 1952, pp. 57-58]

Luccicare

mercoledì 16 Aprile 2014

Augusto Frassineti, Misteri dei ministeri

 

 

 

 

 

 

Gli alti funzionari appartengono quasi tutti alla famiglia dei ministeriali attivi. Ciò non toglie tuttavia che in loro la ministerialità possa atteggiarsi in modi negativi od elegiaci, o comunque di pathos, per la parte di subordinazione che in essi permane.
Il direttore generale Argomento Pedrella, ad esempio, perito, come tutti sanno, in un incidente d’ascensore, fu senza dubbio uno dei ministeriali attivi più qualificati della penultima generazione.
Si veda, per singolare contrasto, la lettera al Ministro, che qui riproduco. Essa fu estratta dalla fodera della giacca del direttore Pedrella alquanto consunta e ingiallita. Segno che il defunto ve la custodiva da parecchi anni.

Eccellenza, quando la sera penso a tutti i pericoli corsi nella giornata; quando penso alle migliaia di veicoli che mi hanno rasentato senza schiacciarmi; alle decine di migliaia di finestre sotto le quali sono passato senza che nulla mi cadesse sopra la testa; agli uomini – forse un milione – che mi hanno incontrato senza farmi male; quando penso alle infinite traversie alle quali sono scampato; che ho attraversato in guerra mari e continenti, esponendomi a ogni sorta di calamità; quando penso alle meteore, ai terremoti, ai fulmini (ai quali non si riflette mai abbastanza); quando penso che ho parlato con tanta gente e che, dopo aver dormito le infinite notti senza la minima precauzione, mi sono ridestato come nulla fosse; quando la sera penso a tutto questo, Eccellenza, e mi raffiguro Lei che, con sì nobile dedizione, coraggio e lungimiranza, provvede a tutto ciò ed è un po’ come il padre di tutti noi; allora, Eccellenza – ed è questo che dovevo dirLe – mi sembra di essere il più felice degli uomini e mi viene una gran voglia di nascondermi e di luccicare. Il Suo direttore generale
Argomento Pedrella.

[Augusto Frassineti, Misteri dei ministeri, Parma, Guanda 1952, pp. 11-12]

Socrate

venerdì 10 Aprile 2009

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Nel Simposio di Platone si legge che Alcibiade, lodando Socrate suo precettore – e incontestabilmente il principe dei filosofi – lo diceva fra l’altro simile ai Sileni. Sileni eran chiamati a quel tempo certi piccoli vasi quali se ne vedono oggidì nelle botteghe degli speziali, ornati di figure festose e puerili, come satiri, arpie, paperi imbrigliati, lepri cornute, ed altre pitture del genere, contraffatte a piacere per far ridere la gente, proprio come Sileno, maestro dell’ottimo Bacco; ma dentro poi custodivano le droghe più ricercate, come balsamo, ambra grigia, amomo, muschio, zibetto, pietre virtuose, ed altre cose di gran pregio. E così, diceva lui, era Socrate, perché a vederlo di fuori, a giudicarne dall’aspetto, non gli avreste dato una pelle di cipolla, tanto era brutto nel corpo e ridicolo nel portamento. Naso appuntito, sguardo di toro, faccia da mantecatto, disadorno nei modi, rustico nel vestire, povero, sfortunato con le donne, inetto ad ogni pubblica funzione, sempre di umor faceto, sempre a bere in compagnia – uno a me uno a te -, sempre a berteggiare, sempre attento a nascondere il suo divino sapere. Ma poi, chi avesse scoperchiato quel coccio, vi avrebbe scorto all’interno una celeste inestimabile droga: intendimento più che umano, virtù meravigliosa, coraggio invincibile, sobrietà ineguagliabile, facilissima contentatura, lealtà assoluta, e un incredibile disprezzo di tutto ciò per cui gli uomini perdono il sonno, corrono, si arrabattano, vanno per mare e battagliano.

[François Rabelais, Gargantua e Pantagruele, recato in lingua italiana da Augusto Frassineti, Milano, Bur 1984, p. 13]