mercoledì 30 Marzo 2011
L’altro giorno ho scritto un pezzo per Libero e l’ho intitolato Come vestirsi con il cambio di stagione (si trova qui poco lontano). Ho chiesto a Francesco Borgonovo, il responsabile delle pagine culturali di Libero, di pubblicarlo con quel titolo. L’ha pubblicato con questo titolo: A me piacciono le differenze, a Cortellessa chissà… Con i tre puntini alla fine. Io, nei venti libri che ho scritto, i tre puntini li ho usati forse tre volte o quattro, e mai nel senso di alludere a qualcosa che non vien detto, che è una forma retorica che mi disgusta, se dovessi dire. Tra l’altro, nel pezzo, non dicevo affatto che a me, diversamente da Cortellessa, piacciono le differenze, dicevo che a me piacciono sia le differenze che le uniformità e che Cortellessa a me sembrava molto diverso da Angela Azzaro. Quando ho cominciato a pubblicare per Libero, un’idea che avevo, era che i lettori di Libero fossero altrettanto intelligenti dei lettori del manifesto o della Repubblica. È una cosa che penso ancora, e queste piccole semplificazioni, distorsioni e manipolazioni, non mi sembrano solo inutili, mi sembrano dannose. C’è un’intervista alla figlia di Manganelli, se non ricordo male, che si intitola così: Mio babbo non era inutile, era dannoso.
martedì 29 Marzo 2011
L’altro giorno ho letto a una quarantina di ragazzi di prima, seconda e terza media il breve testo di Georges Perec Alcune delle cose che dovrei pur fare prima di morire. Poi gli ho chiesto di scriverlo loro, un elenco di cose che dovrebbero pur fare prima di morire, e loro l’han scritto, e una di loro, tra le altre cose, ha scritto che prima di morire dovrebbe pur fare due gemelli. Le ho chiesto se conosceva qualcuno che aveva dei gemelli, lei mi ha detto: «Ma no, è per vestirli uguali». Abbiamo riso.
Qualche mese fa, a Pisa, poco prima di cominciare una lettura al Pisa book festival ho sentito uno del pubblico che diceva, di me: «È vestito come Lucarelli».
Io e mio fratello, da piccoli, c’erano diciassette mesi di differenza, ci vestivano uguali, come due gemelli. Ci chiedevano tutti: «Ma siete gemelli?».
Qualche giorno dopo il Pisa book festival ho incontrato a Bologna Lucarelli che quando mi ha visto mi ha detto: «Siam vestiti tutti uguali».
Allora, non so a voi, a me piace, tutti uguali, però mi piacciono anche le differenze e quel che è successo tra Angela Azzaro e Andrea Cortellessa (clic e clic), sapete quel che è successo? Io non lo so, di preciso, perché in questa storia sembra ci siano solo delle differenze, anche nella ricostruzione di quel che è successo. Continua a leggere »