27 ottobre – Torino
Domenica 27 ottobre,
a Torino,
al cineteatro Baretti,
alle 11,
parlo del cinema
di Andrej Tarkovskij.
Domenica 27 ottobre,
a Torino,
al cineteatro Baretti,
alle 11,
parlo del cinema
di Andrej Tarkovskij.
La prima storia alla quale penso quando mi chiedono di parlare di cinema è quella coppia di russi che escono dal cinema e uno dice all’altro Era meglio il libro. Che libro?, chiede l’altro. Uno qualsiasi, risponde il primo. Ecco. Questa cosa, che mi piace, non credo si possa dire di Stalker, di Tarkovskij.
[Domenica prossima, a Torino, al cineteatro Baretti, alle 11, parlo del cinema di Andrej Tarkovskij]
Quando, tanti anni fa, ho fatto un esame di storia del cinema, mi hanno detto che Pasolini distingueva il cinema di prosa dal cinema di poesia. Io, me ne intendo poco, ma ho l’impressione che il cinema di Andrej Tarkovskij sia contemporaneamente di prosa e di poesia.
[In ottobre vado a Torino a parlare dei film di Tarkovskij, a breve i dettagli]
Venerdì 17 marzo,
alle 19,
dal TeatroDue di Parma,
parlo,
sul mio profilo Instagram,
della Libertà. Primo episodio
e del film Stalker,
di Andrej Tarkovskij
che non è possibile
proiettare in Italia.
Devi fare il bene dal male, perché si può fare solo da quello.
Robert Penn Warren
[Venerdì 19 marzo, alle 19, dal TeatroDue di Parma, parlo, sul mio profilo Instagram, della Libertà. Primo episodio e del film Stalker, di Andrej Tarkovskij che non è possibile proiettare in Italia]
«Benedetta sia l’ora in cui incontriamo un poeta. Il poeta è fratello del derviscio. Egli non ha né patria, né possiede alcunché su questa terra e mentre noi poveri inseguiamo gloria, potere, ricchezze, egli è pari ai padroni della terra e tutti si prostrano davanti a lui» (parole indirizzate a Puškin da un pascià turco fatto prigioniero durante la presa di Arzrum).
[Andrej Tarkovskij, Diari. Martirologio. tradzione di Norman Mozzato, Firenze, Edizioni della Meridiane 2002, pp. ]
Arajk è arrivato stamattina (in campagna) per avvertirci che la Sovinfilm non aveva ancora spedito il contratto a Roma: c’è qualcosa che manca. Che porci. Sono tornato a Mosca.
Tolstoj una volta ha espresso il pensiero che l’artista è un artista perché mostra le cose come sono in realtà e non come vorrebbe vederle.
«L’uomo non ha il diritto di essere infelice.» (Nietzsche)
«Il Bolscevismo in Russia è scomparso e ha preso il suo posto il fascismo di tipo slavo.» (Mussolini, 1939, vol. 1, p. 43.
[Andrej Tarkovskij, Diari. Martirologio. 1970–1986, traduzione di Norman Mozzato, Firenze, Edizioni della Meridiana 2002, p. 415]
Immagino così il modo ideale di lavorare a un film: presa una pellicola lunga un milione di metri, dov’è stata seguita e fissata, secondo dopo secondo, giorno dopo giorno e anno dopo anno, per esempio, la via di un uomo dalla nascita alla morte, l’autore, grazie al montaggio, ne estrae duemilacinquecento metri, ovvero un’ora e mezzo di tempo sullo schermo. (Tra l’altro, sarebbe interessante immaginare questi milioni di metri di pellicola in mano ad alcuni registi, e vedere come ognuno realizzerebbe il suo film, come ciascun film differirebbe dall’altro!).
[Andrej Tarkovskij, La forma dell’anima, a cura di Andrej Ulivi e Andrej A. Tarkovskij, traduzione di Isabella Serra, Milano, Bur 2012, p. 12]