Generalizzazioni
Uno non amava le generalizzazioni, a meno che non fosse lui a farle.
[Dal Repertorio dei matti della letteratura russa, in preparazione, questo matto è di Andrea Grossi]
Uno non amava le generalizzazioni, a meno che non fosse lui a farle.
[Dal Repertorio dei matti della letteratura russa, in preparazione, questo matto è di Andrea Grossi]
Uno, Polikarp, era maggiordomo e dispensiere, lettore vorace, ex-violinista ma soprattutto nemico personale di Napoleone, che chiamava con disprezzo Bonapartuccio. A Vàsja, il nipote dodicenne, che proprio non voleva saperne di condividere questo odio per l’imperatore francese, ripeteva che se il principe Kutuzov non avesse cacciato il Bonapartuccio fuori dalla Russia, un qualunque mussiè lo avrebbe potuto bastonare sulla testa vuota. Si sarebbe avvicinato a Vàsja, questo mussiè, e gli avrebbe detto: “Comàn vu porté vu?” e giù botte.
[Dal Repertorio dei matti della letteratura russa, in preparazione, anche questo matto è di Andrea Grossi]
Uno quando lavorava, e lavorava sempre, alternava caffè e brodo. Caffè la mattina e brodo il pomeriggio. Altrimenti non riusciva a lavorare.
[Dal Repertorio dei matti della letteratura russa, in preparazione, questo matto è di Andrea Grossi]
Uno sorrideva solo per disperazione. Poi gli veniva il dubbio di avere esagerato.
[Dal Repertorio dei matti della letteratura russa, redazione di Milano, questo matto è di Andrea Grossi]
Uno, che si chiamava Iosif Brodskij, pensava che Komnitern fosse il nome di un gruppo musicale.
[Repertorio dei matti della letteratura russa, redazione di Milano, da Sergej Dovlatov, Taccuini, a cura di Laura Salmon, Sellerio (questo matto è di Andrea Grossi)]