giovedì 24 Novembre 2022

Se qualcuno le scriveva che le sue poesie, nei momenti difficili, erano state una consolazione, lei dettava subito, in risposta «Le mie poesie non mi hanno mai consolata. È da sempre che vivo così, sconsolata. Firmato: Achmatova».
[Anatolij Najman, Rasskazy ob Anne Achmatove, Moskva, Chudožestvennaja literatura, 1989, p. 146]
lunedì 21 Novembre 2022

Quando uno dei suoi conoscenti dice che Lev Gumilëv ha un brutto carattere, Anna Achmatova risponde, secca: «Non dimentichi che da quando ha nove anni non gli permettono di iscriversi in biblioteca perché è figlio di un padre fucilato perché nemico dl popolo».
[Anatolij Najman, Rasskazy ob Anne Achmatove, Moskva, Chudožestvennaja literatura, 1989, p. 137]
martedì 15 Novembre 2022

Quando ha letto (in dattiloscritto) una giornata di Ivan Denisovič, Anna Achmatova ha detto: «Piace, non piace, non importa: lo devono leggere in duecento milioni».
[Anatolij Najman, Rasskazy ob Anne Achmatove, Moskva, Chudožestvennaja literatura, 1989, p. 136]
venerdì 21 Ottobre 2022

L’Achmatova diceva: «Bunin ha composto un epigramma, su di me:
Far l’amore con l’Achmatova,
È un’esperienza angosciosa.
Da qualsiasi parte tu la prenda,
Un’asse da stiro resta un’asse da stiro.
Come vi sembra? A me piace».
[Anatolij Najman, Rasskazy ob Anne Achmatove, Moskva, Chudožestvennaja literatura, 1989, p. 92 (immagine di Natan Al’tman)]
giovedì 2 Dicembre 2021

Quando, al Kgb, hanno detto a Punin che lo lasciavano libero, lui si è reso conto che, era notte, non c’erano più tram, ha chiesto se poteva fermarsi in cella a dormire, «Questo non è un albergo», gli hanno risposto.
[Anatolij Genrichovič Najman, in Achmatova bez gljanca (L’Achamtova senza fronzoli), a cura di Pavel Fokin, Sankt Peterburg – Moskva, Pal’mira 2018, p. 294]
mercoledì 29 Giugno 2016

Quando mi succedeva di girare con lei in città e l’Achmatova indicava una casa, e quella successiva, e quella dopo ancora, si interrompeva: «Mi ordini di tacere, divento una guida turistica». Aveva vissuto a lungo e aveva visto cose che non avevano nessun legame tra loro succedere nello stesso posto e vedeva sempre la stessa commedia con diverse scenografie. E attirava le coincidenze più inverosimili, i doppi meno prevedibili. La ripetizione degli avvenimenti, il loro riflesso in un nuovo specchio li rivelava ancora. Se non avveniva un incontro, avveniva un non incontro, entrambi erano per lei altrettanto reali e favolosi, materiali e incorporei. I giorni della sua vita, oltre alle parole, gli impegni, i minuti dei quali erano composti, erano anche anniversari, giubilei, decennali, venticinquennali, cinquantenari. Tutto era «come allora», tanto tempo prima. Il tempo in cui l’ho conosciuta era un tempo di cinquantenari: i primi versi pubblicati, l’ingresso nella «Gilda dei poeti», il matrimonio con Gumilev, la nascita del figlio, l’uscita di «Sera», «Rosario», «Bianco stormo».
[Anatolij Najman, Rasskazy o Anne Achmatovoj, in Duši vysokaja svoboda, Moskva, PROZAiK 2016, p. 268]