Oblomov e American Psycho

sabato 3 Dicembre 2011

Ho corretto le bozze di una traduzione che uscirà l’anno prossimo, Oblomov, di Gončarov. Ho corretto delle sviste, degli errori, ho integrato delle parti di testo che avevo saltato e ho rifiutato le proposte della redazione di sostituire delle ripetizioni con dei sinonimi. Ogni pagina c’erano tre o quattro ripetizioni per ciascuna delle quali mi venivano proposti due o tre sinonimi. In totale, su 550 pagine, 4.800 sinonimi circa e non ne ho accettato neanche uno perché Gončarov, le ripetizioni, le usa. Ho pensato che era un peccato, tanto lavoro per niente, e mi è tornata in mente la prima traduzione di American Psycho, di Bret Easton Ellis. Nella prima pagina dell’originale, Ellis ripeteva tre volte la parola bus; il traduttore, invece, il primo bus lo traduceva: autobus; il secondo: corriera; il terzo torpedone.

[Uscito ieri su Saturno, inserto letterario del fatto quotidiano]

Torpedone

mercoledì 25 Agosto 2010

Per spiegarci, un esempio della prima cosa che si insegna a non fare alla scuola elementare di scrittura emiliana è dato dalla prima traduzione italiana del romanzo dell’americano Bret Easton Ellis American Psycho.
In questo romanzo, nella prima pagina, compare tre volte la parola Bus, che significa, come sappiamo, Autobus. Ecco: nella prima traduzione italiana di American Psycho il traduttore aveva tradotto il primo Bus con Autobus, il secondo con Corriera, il terzo con Torpedone.
Allora, se questa cosa, usare dei sinonimi per evitare le ripetizioni, in un contesto scolastico ha forse senso, perché può servire all’insegnante a capire qual è il bagaglio lessicale dell’allievo, in un contesto letterario diventa ridicola.
Nel caso specifico, ho raccontato l’altro giorno di questa traduzione a un mio conoscente, il quale mi ha detto che se lui leggesse, in un romanzo, la parola Torpedone gli verrebbe da chiedersi È successo qualcosa?
Non è successo niente, è lo stesso bus di prima.

[Dalla bozza della postfazione al catologo del Gruppo Fiori per Ecomondo, che per il momento si intitola, la postfazione, Come è successo che è stato scritto quello che è scritto in questo catalogo, che per il momento si intitola, il catalogo, Io desidero un autobus blu e altre dodici storie con tredici facce]