18 settembre – Luzzara
Venerdì 18 settembre
a Luzzara,
al Teatro Sociale,
alle 21 e 30,
Vite sborniate e altre vite,
di Alfredo Gianolio,
con il Concerto a fiato L’Usignolo
info e prenotazioni
tel. 0522 977612
Venerdì 18 settembre
a Luzzara,
al Teatro Sociale,
alle 21 e 30,
Vite sborniate e altre vite,
di Alfredo Gianolio,
con il Concerto a fiato L’Usignolo
info e prenotazioni
tel. 0522 977612
Ligabue lo conoscevo e lo conosco ancora bene anche dopo la sua morte.
[Bruno Rovesti, in Vite sbobinate e altre vite, di Alfredo Gianolio, lo leggiamo a Luzzara il 18 settembre con il Concerto a fiato l’Usignolo, info e prenotazioni 0522 977612]
Sono arrivato alla convinzione che tutti al fondo della loro coscienza sono naïf, perfino i direttori di banca; ma le persone normali hanno spesso questa naïveté sepolta sotto strati di stereotipi convenzionali, di luoghi comuni, di vecchiumi di diversa tipologia che valgono nell’insieme come rete protettiva in ambito sociale. Occorre un’opera di scavo per disseppellire l’originaria condizione umana, ma non è facile, a volte è impossibile. Sono anche convinto che le narrazioni orali, nel modo suaccennato, superino qualitativamente la creatività letteraria, rendendola superflua e di livello inferiore.
Sabato 18 febbraio,
a Reggio Emilia,
alla libreria Il Novello,
in via Panciroli 8/B,
alle 18 e 30,
Vite sbobinate e altre vite,
con Alfredo Gianolio.
Faccio qualcosa di male?
Per la pittura ero disposta a tagliarmi le orecchie come Van Gogh. La vita era per me importante ma la pittura ancora di più. Io mi lascio prendere dall’istinto, come le bestie. Mi ero presa un po’ di libertà in casa. Se non pulisco oggi pulisco domani. Ma devo stare sempre molto attenta. Sai quanti arrosti ho bruciato?
[Fiorentina de Fraia, La mania della pittura, in Alfredo Gianolio, Vite sbobinate e altre vite, Macerata, Quodlibet 2013, p.154]
Sabato 14 giugno,
a Ozzano Taro,
al museo Guatelli,
alle 17,
Vite sbobinate e altre vite,
con Alfredo Gianolio e Paolo Nori.
Positivamente nel mondo c’è sconcertamento spropositante… Io non credo che la gente vada nella luna e non credo ci siano i marziani, che c’è questo c’è quest’altro. È inutile voler andare nella luna perché se andiamo su cento metri, veniamo già perché cadiamo a terra. Una volta c’era il razzo dei razzi che si chiamava Salvagna e aveva infilato un fascino nella luna ma è una caosa difficile e non si fa più vedere neanche lui.
Aveva messo il fascino dei rasini contro la luna per sfondarla, qui ci posso credere perché quello era un uomo che chissà quante migliaia di miliardi di giorni era lassù, era diventato un selvatico che non aveva paura della luna e allora aveva messo con una forca un fascino di rasini contro la luna per soffocarla. Si vedeva proprio chiaro questo Salvagna contro la luna che non aveva paura ma non è riuscito a soffocare la luna, è sprofondato dentro e si sperso.
[Bruno Rovesti, Dopo poi dopo, in Alfredo Gianolio, Vite sbobinate e altre vite, Macerata, Quodlibet 2013, p. 99]
E sono riuscito a avere un’originalità complessiva continuamente: quando faccio una cosa non faccio la medesima, faccio altre cose.
[Bruno Rovesti, E dopo poi dopo, in Alfredo Gianolio, Vite sbobinate e altre vite, Macerata, Quodlibet 2013, p. 96]
Ho scoperto oggi che il 21 marzo era la giornata mondiale della poesia, e mi sono chiesto se esiste la giornata mondiale della prosa, o la giornata mondiale del racconto, per esempio, o la giornata mondiale del romanzo, nelle sue varie declinazioni (la giornata mondiale del romanzo di formazione, la giornata mondiale del romanzo picaresco, la giornata mondiale del romanzo giallo, la giornata mondiale del romanzo noir, la giornata mondiale del romanzo rosa, la giornata mondiale del romanzo di fantascienza, la giornata mondiale del romanzo western), chissà. Un mio amico, che fa l’avvocato, e si chiama Alfredo Gianolio, e ha scritto un libro bellissimo che si chiama Vite sbobinate, mi ha raccontato che una volta, un suo collega avvocato, a un altro avvocato che di lui aveva detto che era un poeta lo voleva querelare.