Skrjabin
Oggi, per radio, ho sentito che citavano Skjabin, mi è venuto in mente un pezzo del convengo multimediale in forma di commedia musicale intitolato Lunga, la strada, e sottotitolato Chi era, Aleksanrd Vertisnkij?, nel quale (in sintesi) tre slavisti che non sono riusciti a farsi valere come slavisti portano in giro per l’Italia un loro amico che neanche lui è riuscito a farsi valere come slavista, anzi, è praticamente impazzito nel corso della stesura della sua tesi di laurea (su Aleksandr Vertinskij), e lo esibiscono come caso clinico.
Il pezzo che tratta di Skrjabin è questo (la commedia era diretta da Gigi Dall’Aglio, con Mauro Gioia, Donatella Finocchiaro, Fabrizio Romano e la parte del conferenziere la facevo io, il pezzo è un po’ lungo, ma neanche tanto):
Il pianista si alza, guarda il pubblico, guarda se gli altri sono proprio usciti, guarda ancora il pubblico:
Pianista: Se posso proferire verbo anch’io… vorrei proferirlo…
Si volta a guardare dietro la spalle
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