domenica 22 Settembre 2024
Uno si chiamava Aleksandr Blok e teneva un diario e, alla data del 28 gennaio del 1909, aveva scritto, “L’ubriacatura del 27 gennaio è – spero – l’ultima”. Ma già il giorno dopo si era dovuto correggere e aveva scritto, “Oh no: del 28 gennaio”.
Aleksandr Blok, Taccuini, trad. Emanuela Guercetti, Se, Milano 2014
martedì 10 Marzo 2020
Uno si chiamava Aleksandr Blok e teneva un diario e, alla data del 28 gennaio del 1909, aveva scritto, “L’ubriacatura del 27 gennaio è – spero – l’ultima”. Ma già il giorno dopo si era dovuto correggere e aveva scritto, “Oh no: del 28 gennaio”.
[Dal Repertorio dei matti della letteratura russa, in preparazione (viene da Aleksandr Blok, Taccuini, trad. Emanuela Guercetti, Se, Milano, 2014)]
martedì 1 Aprile 2014
Un melanconico riflesso
– strada lampione farmacia –
è fu sarà sempre lo stesso –
non c’è più scampo: così sia.
E vita morte e bene e male
ritrovi ad ogni crocevia:
è notte – ghiaccio sul canale –
strada lampione farmacia.
[Aleksandr Blok, Danza macabra seconda, in Il fiore del verso russo, di Renato Poggioli, Einaudi 1949, p. 278]
sabato 17 Settembre 2011
Ieri al crepuscolo sotto la pioggia alla stazione Primorskij una zingara mi ha dato da baciare le sue lunghe dita coperte di anelli. Mondo terribile.
[Aleksandr Blok, Taccuini, cit., p. 96]