Storia della solitudine

sabato 21 Marzo 2020

Si smorzano le voci degli uccelli.
La luna si mette in posa per la foto.
Luccicano le umide guance delle vie.
Il vento porta il profumo di campi verdi.
Lontano, in alto, un piccolo aeroplano
gioca come un delfino.

[Adam Zagajewski, Storia della solitudine, in Dalla vita degli oggetti, a cura di Krystyna Jaworska, Milano, Adelphi 2012, p. 105]

Di mia madre

lunedì 6 Luglio 2015

zagajewski

Di mia madre nulla saprei dire –
come ripeteva, rimpiangerai un giorno,
quando non ci sarò più, e come non credevo
né nel “più”, né nel “non ci sarò”,
come mi piaceva guardare, quando leggeva un romanzo alla moda,
sbirciando subito l’ultimo capitolo,
come in cucina, reputando che questo non è per lei
il luogo adeguato, prepara il caffè domenicale,
oppure, ancora peggio, i filetti di merluzzo,
come attende l’arrivo degli ospiti e si guarda allo specchio,
facendo quella faccia che la proteggeva efficacemente dal
vedere realmente se stessa (cosa che, pare,
ho ereditato da lei, insieme ad alcune altre debolezze),
come poi disinvoltamente disserta di cose
che non erano il suo forte, e come io scioccamente
la stuzzicavo, come in quella occasione in cui si
paragonò a Beethoven facentesi sempre più sordo,
e io dissi, crudelmente, ma sai, egli
aveva talento, e come tutto mi perdonava
e come io lo ricordo, e come volavo da Houston
al suo funerale e in aereo veniva proiettato
un film comico e come piangevo di riso
e di rimpianto, e come non ero in grado di dire nulla
e continuo a non esserlo.

[Adam Zgajewski, Asymetria, Cracovia, a5 2014, citato nel domenicale del sole 24 ore di ieri (traduzione di Marco Bruno) a corredo, come si dice, di un pezzo di Francesco Cataluccio originato, credo, dal fatto che sabato 11 luglio, a Cetona (Siena) danno a Zagajewski il premio Cetonaverde poesia]

E il cane

venerdì 9 Gennaio 2015

Adam Zagajewski, Dalla vita degli oggetti

Quanta dolcezza –
la città è sotto anestesia:
il ragazzo scarno che quasi
non occupa spazio sulla terra,
e il cane,
e io, soldato in una guerra invisibile,
e il fiume che amo.
Fioriscono i tigli.

[Adam Zagajewski, I tigli, in Dalla vita degli oggetti, a cura di Krystyna Jaworska, Milano, Adelphi 2012, p. 187]

La fiamma

venerdì 28 Novembre 2014

Adam Zagajewski, Dalla vita degli oggetti

 

 

 

 

 

 

 

Signore Iddio, dacci un lungo inverno,
una musica sommessa, labbra pazienti,
e un po’ d’orgoglio – prima
che finisca il nostro tempo.
Dacci la meraviglia
e una fiamma, alta, chiara.

[Adam Zagajewski, La fiamma, in Dalla vita degli oggetti, a cura di Krystyna Jaworska, Milano, Adelphi 2012, p. 177]

Morandi

lunedì 27 Ottobre 2014

Adam Zagajewski, Dalla vita degli oggetti

 

 

 

 

 

 

 

Gli oggetti vegliavano anche di notte,
mentre lui dormiva sognando l’Africa;
la brocca di porcellana, due annaffiatoi,
le verdi bottiglie di vino, un coltello.
Quando dormiva sodo, come può dormire
solo un artista esausto, stremato,
gli oggetti ridevano, prossimi alla rivolta.

L’annaffiatoio, ficcanaso dal lungo becco,
sobillava gli altri, febbrile,
e il sangue pulsava selvaggio nella porcellana
ignara del tocco di labbra assetate,
solo occhi, sguardo, percezione.

Di giorno erano più docili e persino fieri:
tutta la ruvida esistenza del mondo
trovava rifugio in questi oggetti,
abbandonando per un attimo il ciliegio
in fiore e il cuore afflitto dei morenti.

[Adam Zagajewski, Morandi, in Dalla vita degli oggetti, a cura di Krystyna Jaworska, Milano, Adelphi 2012, p. 78]

I miei maestri

lunedì 13 Ottobre 2014

Adam Zagajewski, Dalla vita degli oggetti

 

 

 

 

 

 

 

I miei maestri non sono infallibili.
Non sono Goethe che solo quando
in lontananza piangono i vulcani
non riesce a prender sonno, né Orazio
che scrive nella lingua degli dèi
e dei chierichetti. I miei maestri
mi chiedono consiglio. Avvolti
da morbidi cappotti gettati in fretta
sopra i sogni, all’alba, mentre un vento
freddo interroga gli uccelli, i miei
maestri parlano sussurrando.
Sento che la loro voce trema.

[Adam Zagajewski, I miei maestri, in Dalla vita degli oggetti, a cura di Krystyna Jaworska, Milano, Adelphi 2012, p. 63]

Io

lunedì 6 Ottobre 2014

Adam Zagajewski, Dalla vita degli oggetti

 

 

 

 

 

 

 

È piccolo e invisibile come i grilli
ad agosto. Come tutti i nani ama
agghindarsi e cambiarsi. Abita tra
blocchi di granito, in mezzo a verità
utili. Riesce a stare persino sotto
un cerotto, o una benda. Non lo troveranno
i doganieri e neppure i loro superbi cani. L’io
si nasconde tra gli inni e i partiti.
Pernotta sulle Montagne Rocciose del cranio.
Eterno fuggiasco. È me, io
sono in lui nell’inquieta speranza di aver
trovato infine un amico. Ma egli
è solitario, così diffidente da non
ricevere nessuno, me compreso.

[Adam Zagajewski, Io, in Dalla vita degli oggetti, a cura di Krystyna Jaworska, Milano, Adelphi 2012, p. 38]

Le albe

domenica 5 Ottobre 2014

Adam Zagajewski, Dalla vita degli oggetti

 

 

 

 

 

 

 

Le albe sono cieche come gattini.
Fiduciose crescono le unghie, ancora ignare
di ciò che toccheranno. Morbidi
sono i sogni, la tenerezza incombe
come nebbia su di noi, come la campana di Sigismondo,
prima che cessasse di battere.

[Adam Zagajewski, Ode alla morbidezza, in Dalla vita degli oggetti, a cura di Krystyna Jaworska, Milano, Adelphi 2012, p. 16]